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Milano
Strage di Erba, no a Rosa e Olindo per nuove analisi

Strage Erba: "nuove analisi non in grado di ribaltare sentenza"

Nel provvedimento con cui respingono l'istanza di incidente probatorio finalizzata a un giudizio di revisione presentata dalla difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, i giudici della Corte d'Appello spiegano che gli accertamenti chiesti non sono in grado, almeno in astratto, di ribaltare il giudizio di colpevolezza. "La richiesta di incidente probatorio - si legge nella decisione dei giudici - deve ritenersi funzionale a una, seppure futura ed eventuale, richiesta di revisione. Tale richiesta deve essere, seppur in astratto, rigorosamente orientata e in grado di scardinare le prove gia' acquisite e che hanno costituito il giudicato; in altri termini, la richiesta di incidente probatorio deve avere un'astratta potenzialita' distruttiva del giudicato con il quale si deve in qualche modo confrontare". Altrimenti, e' il ragionamento dei giudici, sarebbe consentita "una ricerca indiscriminata della nuova prova funzionale alla revisione senza alcun vaglio". Nel novembre scorso gli stessi giudici della Corte d'Appello di Brescia avevano detto si' all'analisi dei nuovi reperti e si erano gia' svolte due udienze per discutere le modalita' con cui procedere agli accertamenti. Ora, il cambio di orientamento con la dichiarazione di inammissibilita'.

Nell'aprile del 2017, la Cassazione aveva deciso che, contrariamente a quanto stabilito una prima volta nei mesi precedenti dalla Corte d'Appello di Brescia, era ammissibile l'esame dei reperti mai analizzati e aveva rimandato indietro l'ordinanza bocciata chiedendo alla stessa Corte bresciana di rivalutarla. Tra i reperti, oltre al capello di Youssef, anche un accendino trovato sul pianerottolo della casa di Raffaella Castagna e tre giacconi. I giudici, presieduti da Enrico Fischetti, nel provvedimento di oggi osservano che la difesa "non ha neanche prospettato quale sarebbe la valenza degli accertamenti tecnici richiesti rispetto al materiale probatorio che e' stato preso in esame ai fini della condanna". E ricordano che "i principali elementi di prova posti a fondamento delle sentenza di condanna sono state le confessioni degli imputati, ritenute spontanee e coerenti" riscontrate anche, tra le altre cose, "dagli appunti di Olindo sulla Bibbia" e da altri elementi. "A fronte di tutto cio' - e' la tesi dei giudici - non viene in alcun modo prospettato in che modo la presenza di tracce biologiche, in ipotesi riconducibili a soggetti diversi dalle vittime, dei loro congiunti che frequentavano la casa per motivi leciti, dai condannati e dai soggetti che intervennero sul luogo del delitto per i primi soccorsi e gli accertamenti della Polizia, avrebbero un'efficacia tale da distruggere l'impianto su cui e' fondata la doppia conforme, poi passata al vaglio della Cassazione". In sostanza, "le richieste della difesa appaiono generiche e in quanto meramente esplorative inidonee a superare il vaglio previsto dalla legge". Infine, i giudici bresciani contestano ai legali della coppia anche "l'atteggiamento ondivago" sulle disponibilita' a sostenere le spese per eseguire gli eventuali accertamenti. "I giudici hanno contraddetto loro stessi e anche la Cassazione - commenta l'avvocato Fabio Schembri - a cui ricorreremo di nuovo perche', prima o poi, questi esami devono essere fatti".

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