"Su le gonne": 8 marzo, manifestazione "estrema" in Stazione Centrale
L'appuntamento alle 18 di mercoledì 8 marzo in piazza Duca d'Aosta con Ana Suromai: "Alzarsi la gonna è un gesto sovversivo"
Tra le numerose iniziative che si svolgeranno a Milano mercoledì 8 marzo per una Festa della Donna all'insegna della mobilitazione in rosa, con lo sciopero indetto dalla rete "Non una di meno" in concomitanza con quanto avverrà in decine di altri Paesi del mondo, l'evento sicuramente più radicale e controverso si svolgerà in piazza Duca d'Aosto alle 18. Promossa dai collettivi Ambrosia e Macao, si svolgerà l'iniziativa Ana Suromai, che letteralmente significa "Su le gonne": questo infatti quello che faranno le donne che parteciperanno all'evento davanti alla Stazione Centrale, sollevando collettivamente l'indumento e mostrando le proprie nudità.
La motivazione del gesto è contenuta nel comunicato di presentazione dell'iniziativa: "L’uso imprevisto del corpo collettivo nello spazio pubblico è sovversivo. Cerchiamo un gesto che racconti l’alleanza radicale tra corpi che eccedono i confini angusti dell’immaginario dominante: vogliamo alzarci le gonne, vogliamo farlo insieme e, insieme, vogliamo ridere con tutta la forza della nostra rabbia. Scioperiamo il lavoro, la precarietà, il genere, i confini spaziali tracciati da governi che non riconosciamo; ci ribelliamo alla violenza economica, a quella discorsiva, a quella domestica e di strada; ci opponiamo alla sessualità eteronormata e al controllo medico sui nostri corpi; ci alziamo le gonne, infine, per scioperare il ruolo di vittima, così funzionale all’esproprio del nostro piacere. Ana suromai è il gesto di alzarsi le gonne e mostrare la vulva. Questo gesto ha origine nei culti arcaici della Dea e ricorre come elemento di conflitto in un numero significativo di lotte contro il potere patriarcale e sessuofobico in ogni parte del mondo. Oggi vogliamo riproporre questo gesto insieme a tutti i corpi favolosi con cui lottiamo ogni giorno. A un sistema binario che comprime i corpi in una norma mitica rispondiamo con la potenza della molteplicità delle nostre forme, forti delle nostre differenze. Perchè il corpo non sia un destino, ma uno strumento di resistenza, piacere e di rivoluzione".