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Tangenti Lombardia: Comi rinuncia a seggio Ue, ma arrivano altre accuse

 Tangenti Lombardia: Comi rinuncia a seggio Ue, ma arrivano altre accuse

"Ringrazio il Presidente Berlusconi che durante l'incontro di mercoledi' scorso mi ha piu' volte invitato a proseguire nella mia attivita' politica apprezzando il mio costante impegno per il lavoro svolto in questi anni a Bruxelles". Lo dichiara l'europarlamentare di Forza Italia, Lara Comi. "Nonostante cio' gli ho comunicato la mia decisione irrevocabile di voler essere libera da ogni incarico politico o nell'ambito dell'attivita' del Parlamento Europeo, perche' voglio difendermi dalle accuse che mi sono state mosse, senza avvalermi dell'immunita' parlamentare. Da libera cittadina dimostrero' a testa alta la mia totale estraneita' a fatti che possano avere rilievo penale", aggiunge Comi. "Ho chiesto al Presidente Berlusconi, senza voler in alcun modo condizionarne la sua scelta, di optare per il Nord Ovest convinta che solo lui possa continuare e rafforzare il lavoro che ho svolto nelle istituzioni a tutela dei giovani, delle donne e di tutti i settori produttivi. Ringrazio di cuore tutte le persone che hanno creduto e credono in me avendo espresso la loro preferenza con il loro voto". 

Nel frattempo il giornalista Andrea Aliverti, ex addetto stampa di Lara Comi, al pm che gli ha chiesto se avesse notato alcune anomalie nella campagna elettorale di Lara Comi, Aliverti ha risposto: "Ho partecipato ad alcune riunioni dell'intero staff nel corso delle quali si e' parlato del fatto che il budget di 200mila euro, normativamente imposto per la campagna elettorale per le elezioni europee, era troppo limitato per le esigenze della sua campagna elettorale. Peraltro, alcune spese della campagna elettorale, quali ad esempio quelle relative all'affissione di manifesti e alla distribuzione dei volantini venivano in parte pagate per contanti. In alcuni casi ho visto la Comi pagare in contanti, ma non so se poi le relative somme sono state contabilizzate". Alla domanda sui rapporti tra Comi e Marco Bonometti, presidente di Confindustria Lombardia e presidente dell'azienda Officine Meccaniche Rezzatesi, anch'egli indagato per un presunto finanziamento illecito da 31mila euro, Aliverti ha risposto "Con Bonometti c'e' un rapporto molto stretto. C'e' stato un appoggio consistente che Bonometti ha dato alla campagna elettorale della Comi soprattutto nella zona di Brescia, in particolare presenziando ad eventi e cene elettorali in suo favore". 

Nella sua deposizione l'ex addetto stampa racconta inoltre che gli fu spiegato da Carmine Gorrasi, ex responsabile di FI a Varese, che la Comi non stava pagando da un po' di tempo una quota del suo stipendio per sostenere le spese per le sedi di partito. Alverti ha aggiunto "mi disse che avevano deciso di farmi aumentare lo stipendio da addetto stampa da 1000" euro fino a 3400, "mediante la stipula di un nuovo contratto con la Comi, avvertendomi che la parte eccedente rispetto a quanto gia' percepivo doveva essere retrocessa e data direttamente a lui in contanti". Nei due verbali relativi ai due interrogatori sostenuti Aliverti spiega inoltre l'ipotesi di truffa ai danni del Parlamento europeo contestata in concorso a lui, a Comi, a Gorrasi e anche a Nino Caianiello, confermando che "di questo accordo" sul suo contratto era "a conoscenza Caianiello". E ha raccontato che, dopo la firma del nuovo contratto, mando' un messaggio a Comi scrivendole "Ciao Lara io ho firmato sulla fiducia appena ci vediamo mi spieghi bene". E a quel punto, ha aggiunto, "la Comi mi rispose 'Era solo quello che ti aveva spiegato Carmine e Nino'". Il giornalista  ha spiegato che avendo ricevuto il primo bonifico con lo stipendio aumentato il 12 aprile scorso, non aveva ancora retrocesso alcuna somma di denaro.

 

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