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Tangenti Lombardia, Fontana: Comi diceva di rivolgermi a Caianiello
Attilio Fontana

Tangenti Lombardia, Fontana: Comi diceva di rivolgermi a Caianiello

Sarebbe stata l'eurodeputata di Forza Italia Lara Comi a suggerire al Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana di rivolgersi a Gioacchino Caianiello, l'ex coordinatore di Forza Italia a Varese, arrestato nell'ambito dell'indagine milanese 'Mensa dei poveri'. Lo riferiscono fonti legali, in relazione al verbale dell'interrogatorio reso da Fontana il 13 maggio scorso e depositato dalla Procura nell'udienza del Tribunale del Riesame in cui si e' discussa la revoca della misura cautelare dell'obbligo di firma disposto nei confronti Giuseppe Zingale, direttore generale dell'ente Afol che fa capo a Milano Citta' Metropolitana. Le fonti interpellate dall'Agi riferiscono che, alla domanda dei pm su come mai Fontana si rivolgesse a Caianiello, la risposta del Presidente e' stata: "E' il coordinatore 'di fatto' di Forza Italia a Varese e la stessa coordinatrice Lara Comi se avevo qualche problema mi diceva sempre di rivolgermi a lui". Fontana e' indagato per abuso d'ufficio per una nomina in Regione del suo ex socio di studio Luca Marsico.

Difesa Zingale a Riesame, non ci sono riscontri ad accuse

Davanti ai giudici del Tribunale del Riesame di Milano, chiamati a decidere sulla richiesta di revoca dell'obbligo di firma, l'avvocato Francesca Cramis ha sostenuto che "non ci sono riscontri" sulle accuse formulate dalla Procura nei confronti del suo assistito Giuseppe Zingale, direttore di Afol, ente per la formazione e il lavoro che fa capo alla Citta' Metropolitana. Zingale e' indagato per istigazione alla corruzione del presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, a sua volta accusato di abuso d'ufficio nell'indagine 'Mensa dei poveri' condotta dalla Dda. Stando alla ricostruzione dei magistrati, Giocchino Caianiello, figura centrale dell'inchiesta e influente politico di Forza Italia, avrebbe proposto a Fontana "uno scambio (rifiutato) tra la nomina dell'attuale direttore di Afol, Giuseppe Zingale, con l'affidamento di incarichi onerosi da parte di Afol" a Luca Marsico, l'ex socio di studio del presidente della Regione.

L'avvocato Cramis ha depositato delle indagini difensive consistenti in testimonianze di alcune persone interne ad Afol. Si e' invece opposta al deposito da parte della Procura dell'interrogatorio di Fontana e, in generale, di presunto materiale probatorio acquisito dopo l'esecuzione dell'ordinanza cautelare a carico di 43 persone, tra cui alcuni politici di Forza Italia. "Il quadro indiziario e' insussistente - ha detto il difensore, al termine dell'udienza - le intercettazioni di per se' non provano niente, si possono anche millantare cose come avrebbe potuto fare Caianiello, visto il suo personaggio". Oggi si e' svolta anche l'udienza per discutere la richiesta di revoca della custodia cautelare presentata dalla difesa di Alessandro Petrone, ex assessore all'urbanistica del Comune di Gallarate (Varese) coinvolto nella presunta corruzione legata a una variante. "Ci siamo limitati a evidenziare le criticita' per mancanza delle motivazioni della misura cautelare - ha spiegato il suo avvocato, Daniele Concetto Galati - e abbiamo sottolineato che la competenza territoriale spetterebbe a Busto Arsizio. Secondo noi, dopo le dimissioni da assessore, non ci sono piu' pericoli di inquinamento probatorio". Le decisioni dei giudici sono attese la settimana prossima. 

Il messaggio intimidatorio di Petrone

"C'e' una linea della morte per te e per me", questo il messaggio considerato intimidatorio, agli atti dell'inchiesta della Dda milanese che Antonio Petrone, l'assessore all'urbanistica di Gallarate, comune di provincia di Varese, avrebbe rivolto a uno dei tecnici che stavano elaborando le varianti al Piano di governo del territorio (Pgt) affinche' vi inserisse quel che desiderava. Non sarebbe stato trovato pero' perchè dal 2018 l'assessore pare avesse installato sul suo smartphone un servizio in grado di criptare i contenuti. Il messaggio invece e' stato individuato nel telefono di una terza persona, ora indagata.

 

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