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Milano
Tangenti: riuniti i 4 filoni "Mensa dei poveri", più di cento gli imputati
Nino Caianiello

Tangenti: riuniti i 4 filoni "Mensa dei poveri", più di cento gli imputati

Sono stati riuniti oggi i 4 filoni dell'indagine 'Mensa dei poveri' della Procura di Milano, che aveva svelato il sistema corruttivo a Varese: un giro di retrocessioni per lavori pubblici che ruotava attorno ad un personaggio di spicco di Forza Italia nella provincia, Nino Caianiello. Nell'appuntamento dell'udienza preliminare, che si e' tenuto oggi davanti alla gup Natalia Imarisio, nell'aula appositamente creata in Fiera a Milano, si sono presentati i legali di 102 tra imputati e indagati (alcuni chiederanno di patteggiare in questa fase, come avevano gia' fatto in quella di indagine, vedendosi respinta la domanda dalla gip Maria Vicidomini) per la prima volta in un unico troncone.

Questa mattina e' stata la volta delle parti civili, che hanno chiesto di costituirsi: una decina, tra cui il Codacons, il Comune di Milano e quello di Gallarate, e societa' partecipate come Amsa e la municipalizzate delle acque di Novara. Non ne hanno invece faccio richiesta l'Agenzia delle Entrate e il Parlamento Europeo, che in base alle indagine, era parte offesa nella vicenda che riguardava la ex europarlamentare Fi, Lara Comi. A condurre le indagini era stata la Dda di Milano (guidata da Alessandra Dolci) con i pm Adriano Scudieri e Silvia Bonardi, affiancati dal pm Luigi Furno: il primo e piu' importante filone fu disvelato il 7 maggio del 2019 quando sfocio' in 43 misure cautelari, delle quali 12 in carcere. Indagati di rilievo erano stati anche l'ex patron dei supermercati Tigros (azienda chiamata a rispondere per la legge 231) Paolo Orrigoni, l'ex dg di Afol metropolitana di Milano Giuseppe Zingale, e il parlamentare novarese Diego Sozzani. Nell'udienza di oggi e' stato inoltre fissato il calendario delle prossime udienze: il 26 aprile, l'11 giugno, e poi tre date a luglio: 8-14-15. 

Tra gli altri indagati figuravano anche l'ex vicecoordinatore lombardo di Forza Italia ed ex consigliere comunale milanese, Pietro Tatarella, e il sottosegretario 'azzurro' in Regione Lombarda, Fabio Altitonante, ora diventato sindaco di Montorio Vomano in provincia di Teramo. Nell'avviso di chiusura indagini del filone principale dell'inchiesta si leggeva: le "societa' a partecipazione pubblica erano di fatto controllate, grazie alla sistematica collocazione di persone strettamente e fiduciariamente legate a lui, nei posti apicali di governance". In particolare Caianiello, secondo i pm "esercitava di fatto funzioni pubbliche grazie alla consapevole tolleranza degli amministratori formali che lui stesso aveva contribuito a far nominare nei ruoli direttivi". L'indagine aveva portato alla luce anche i legami della politica con la criminalita' organizzata. C'era infatti, tra gli indagati, anche Daniele D'Alfonso, titolare della ditta di rifiuti Ecol Service (di cui era consulente Tatarella), che gestiva gli appalti per la spazzatura e il movimento terra nel nord Milano e Lombardia e nella quale venivano assunti operai indicati da Giosafatto Molluso, che per sua stessa ammissione era il "capoclan" di Buccinasco.

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