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Milano
Trenord, Fontana ingolosito da Fs. Ok ai nuovi treni. Ma a che prezzo?
Trenord

Sulla vicenda di Fs e Trenord, Fontana dovrà prendere una decisione. Rimane una domanda: perché l'ad di Fs Mazzoncini vuole in prestito l'1 per cento, senza controllare la governance e mettendo pure un cospicuo pacchetto di investimenti a fronte di una poltrona che traballa per il governo carioca?

di Fabio Massa

E così, l'offerta di Mazzoncini e di Fs alla Regione Lombardia è stata recapitata. L'amministratore delegato e il dg incontreranno la stampa il 28 maggio in Stazione Centrale per raccontare i dettagli. Attilio Fontana dovrà analizzare il tutto e poi dare una risposta. Ma per sommi capi, che cosa prevede la proposta? In sintesi: una robustissima dose di investimenti sulla rete locale lombarda. In cambio, l'acquisto dell'1 per cento della società, che consentirebbe a Fs di controllare Trenord. Dunque: la fine dell'ipotesi di un trasporto locale sganciato da logiche romane. Fontana ovviamente non ci è stato, e ha ipotizzato un prestito, che Mazzoncini vorrebbe sul medio-lungo termine. Ha anche chiesto, Fontana, che Fnm continui a decidere i vertici, e dunque - essendo Fnm di Regione - di fatto nella linea di comando che arriva a Palazzo Lombardia. Anche sui vertici, ci può essere dibattito, ma difficilmente la Regione si schioderà. Del resto, Fontana ha un mandato chiaro, e chiarissimo era stato nel suo programma elettorale, a pagina 99: "Nel percorso di consolidamento e crescita di Trenord all’interno del sistema di trasporto pubblico locale e dell’attuazione del piano di investimento (nuovi treni) puntiamo a rafforzare la governance regionale: dovrà essere chiara e sicura la partecipazione di Regione Lombardia alla governance societaria, anche, se necessario, tramite l’acquisizione della maggioranza della società, con l’obiettivo di continuare ad aumentare standard sempre migliori del servizio di trasporto pubblico".

Quindi, ci si aspetta che la Regione non molli. E dunque, se Mazzoncini non controllerà la società se non per un periodo, se non nominerà i vertici, perché mai dovrebbe voler fare una robusta iniezione di investimenti? Tanto più che la nuova maggioranza carioca, a Roma, potrebbe portarsi o come ministro o anche al suo posto (risolte le inevitabili complicazioni dovute al fatto che Mazzoncini è appena stato rinnovato) un supermanager come Giuseppe Bonomi, ex di Sea e oggi in Arexpo. Perché mai, è la domanda che sorge spontanea, Mazzoncini dovrebbe impegnarsi in questa sfida in questo momento storico? Difficile rispondere se non tirando fuori le solite dichiarazioni di principio sulla volontà di investire sulla Lombardia, che tuttavia non è stata in alcun modo portata avanti nel passato, malgrado Maroni avesse appostato oltre un miliardo e mezzo di euro, pur avendo solo il 50 per cento. Alcuni ipotizzano che consolidare nel bilancio di Fs gli 800 milioni di Trenord con solo il prestito dell'1 per cento della quota societaria, potrebbe essere un buon affare per Mazzoncini. Tanto più che il margine operativo lordo è di 77 milioni di euro, con un risultato netto di oltre 10 milioni. Insomma, un gioiellino. In prestito con l'1 per cento. Si vedrà nei prossimi giorni.

fabio.massa@affaritaliani.it

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