Ultrà morto: al via il processo: pm chiede condanne fino a 5 anni e 8 mesi
Si e' aperto nell'aula bunker del carcere di San Vittore il processo con rito abbreviato a carico di sei ultra' arrestati per gli scontri durante Inter-Napoli
Ultrà morto: al via il processo: pm chiede condanne fino a 5 anni e 8 mesi
La Procura di Milano ha chiesto condanne fino a 5 anni e 8 mesi di carcere nel processo col rito abbreviato a carico di sei ultra' arrestati con l'accusa principale di rissa aggravata nell'inchiesta sugli scontri del 26 dicembre scorso prima di Inter - Napoli. La pena piu' severa e' stata chiesta dai pm per Nino Ciccarelli: 5 anni, 8 mesi e 10 giorni. Tre anni, otto mesi e 20 giorni e' stata la richiesta per il designer - tifoso Guido Piovella, 4 anni, 4 mesi e 20 giorni per Alessandro Martinoli, due anni, 11 mesi e 10 giorni per Simone Tira e Francesco Baj.
Il giudice di Milano Guido Salvini ha disposto un Daspo (divieto di accesso a luogo dove si svolgono manifestazioni sportive e contestuale obbligo di presentazione alla forze di polizia) per Nino Ciccarelli. Ciccarelli era stato arrestato per rissa aggravata, lesioni volontarie aggravate e lancio di oggetti. Il giudice ha convalidato il provvedimento chiesto dalla Questura di Milano.
Il sesto imputato, Luca Ros, ha chiesto di patteggiare, col parere favorevole della Procura, la pena a un anno e 10 mesi.Il 21enne interista ha collaborato alle indagini, come riportato nei suoi provvedimenti dal gip Salvini, anche se oggi il suo legale, l'avvocato Alberto Tucci, ha fatto un appello ai media a non scrivere che gli altri imputati sono stati arrestati per le dichiarazioni del suo assistito che, nel frattempo, e' tornato libero. "In realta' - ha affermato Tucci, negando minacce a Da Ros provenienti dall'ambiente ultra' - il loro arresto e' avvenuto per altri elementi individuati attraverso le immagini o ulteriori indagini. Non si puo' mettere in difficolta' o a rischio una persona".
Stringato l'intervento dei pm che, in un quarto d'ora, hanno messo in fila le ragioni per cui chiedono le condanne, evidenziando l'"allarme sociale" provocato dalle condotte degli imputati.
Per gli avvocati Mirko Perlino, Antonio Radaelli e Omar Gafaar, non c'e' proporzionalita' tra la pene che potrebbe patteggiare Da Ros e quelle chieste per i tifosi che difendono: "Sono troppo alte, viene dato peso alle recidive ma non al fatto che la maggior parte di loro abbia confessato e dato indicazioni utili alle indagini". Per Piovella i legali hanno chiesto l'assoluzione da tutte le accuse, per gli altri da alcuni capi d'imputazione, per tutti le generiche. All'udienza ha preso parte anche la moglie di Belardinelli, indicata come parte offesa, ma che ha scelto di non chiedere di costituirsi parte civile. Al centro di questo processo ci sono, a vario titolo, i reati di rissa aggravata, lesioni personali e lancio di razzi, petardi, bastoni. Sull'ipotesi di omicidio volontario per la morte di 'Dede' sono invece in corso complesse indagini nell'ambito delle quali si svolgeranno, a partire dal 15 marzo, accertamenti sulle cinque auto sequestrate a Napoli. Qualche giorno dopo, il 20 marzo, il gup Carlo Ottone De Marchi pronuncera' la sentenza per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato e quella sulla ratifica o meno del patteggiamento chiesto da Luca Da Ros.
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