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Uomo trovato morto in un appartamento in Viale Monza a Milano

Uomo trovato morto in un appartamento in Viale Monza a Milano

Il cadavere di un uomo e' stato trovato nella notte tra il 5 e il 6 agosto in un appartamento sito in viale Monza 101. Secondo le prime indiscrezioni, l'uomo presentava lesioni compatibili con quelle provocate da arma bianca. Il 118 è interventuo alle quattro e mezza circa, inviando prima l'ambulanza e poi l'automedica. Sfortunatamente si è solo potuto constatare il decesso dell'uomo, che dimostra all'incirca 30 anni, probabilmente di origini egiziane. Sul posto e' arrivata anche la Polizia di Stato che ha avviato le indagini e ha confermato che l'uomo è stato ucciso a coltellate.

Si chiamava Milad Gerges, era incensurato e con regolare permesso di soggiorno in Italia. Almeno tre le ferite, all'altezza del collo, sferrate dopo una lite all'interno dell'abitazione. A chiamare i soccorsi, intorno alle 4, sono stati alcuni vicini di casa allarmati per le urla che arrivavano dall'appartamento.  All'arrivo della polizia il corpo del 30enne era riverso sul ballatoio, non lontano è stato trovato il coltello sporco di sangue. Su alcune persone, conoscenti della vittima, presenti in casa si stanno concentrando le indagini della squadra Mobile. La posizione di alcuni sospetti è ora al vaglio degli inquirenti. 

Fermato ieri in tarda serata un cittadino egiziano del 1972, regolare sul territorio nazionale, indiziato del delitto di omicidio nei confronti del connazionale Milad Gerges. E' stato incastrato dalle immagini di una telecamera che inquadrava il ballatoio esterno dell'abitazione il 47enne di origine egiziana fermato nella notte per l'omicidio di Milad Gerges, 30enne suo connazionale, ucciso a coltellate ieri nel suo appartamento in viale Monza. Le immagini restituiscono parte del delitto, quando la vittima subisce l'ultima fase dell'aggressione e crolla a terra, spiegano durante la conferenza stampa in questura.  Il presunto assassino, proprietario dell'abitazione in cui vivevano la vittima e altre cinque persone, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato. L'omicidio sarebbe nato per uno screzio legato a motivi personali, ma nessuno degli altri coinquilini presenti ha chiarito la reale motivazione. Risulta indagato per concorso in omicidio un altro egiziano, ma non avrebbe avuto un ruolo concreto nello sferrare le tre coltellate che hanno ucciso il 30enne.  

Attia Henns, il 47enne egiziano fermato dagli agenti della Squadra mobile di Milano con l'accusa di avere ucciso a coltellate il connazionale e coinquilino, ha detto di non ricordare nulla del delitto. Assistito dall'avvocato Pietro Gilberto Pennisi, sara' sentito domani mattina a San Vittore dal gip di Milano Valerio Natale. Al termine dell'udienza, il giudice dovra' decidere sulla richiesta di convalida del fermo e di misura cautelare in carcere, avanzata dal pm titolare dell'inchiesta Francesco Ciardi. 

La ricostruzione dell'omicidio

La vittima, da quanto trapela, è stata colpita nella stanza che condivideva con il presunto aggressore, il quale dopo il fallimento del bar a Quarto Oggiaro viveva affidando stanze - per circa 150 euro a posto letto - nel suo appartamento in viale Monza. L'aggressione è avvenuta quando il 30enne era probabilmente a letto, l'uomo - trovato in boxer - potrebbe essere stato colpito nel sonno e non aver avuto il tempo di difendi.  Sarà l'autopsia, in programma domani, a svelare maggiori particolari come il tentativo di colpire o graffiare chi lo stava uccidendo. Quello che restituiscono le immagini sul ballatoio è il tentativo del 47enne - A.H le iniziali - di accoltellare l'uomo a terra, un tentativo andato a vuoto perché la lama del coltello è caduta. Un delitto avvenuto mentre gli altri quattro condomini, tra cui due nipoti del fermato, stavano dormendo. Uno dei nipoti è stato indagato perché reticente, ma non ha partecipato all'omicidio.  Il fermato non era sotto l'effetto di droghe o alcol, ma gli investigatori stanno cercando di capire se si è reso protagonista di altri episodi di violenza in passato, la moglie e i due figli sarebbero tornati in Egitto forse per allontanarsi da una situazione familiare diventata violenza. Al momento il 47enne, che si è mostrato piuttosto agitato di fronte al pm non ha fornito risposte sui motivi del gesto.  

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