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Valfurva isolata. Dal Ruinon un enorme masso ha interrotto la viabilità

Valfurva isolata. Dal Ruinon un enorme masso ha interrotto la viabilità

Valfurva in ginocchio. La frana del Ruinon che incombe sulla SP 29 che collega Bormio a Santa Caterina Valfurva - il paese di Deborah Compagnoni - non smette di fare paura. L’enorme massa di roccia e detriti, costantemente monitorata dagli esperti del Centro Arpa di Regione Lombardia, continua a muoversi, soprattutto durante le piogge intense.  Stamattina all’alba, martedì 20 agosto 2019, un enorme masso è precipitato sulla Provinciale rompendo le barriere di protezione posizionate nelle scorse settimane. Per fortuna in quel momento non stava transitando nessuno visto che da settimane è possibile circolare solo dalle 7 alle 21.  Al momento Santa Caterina è collegata con il resto dell'Italia solo dal Passo Gavia. In direzione Bormio resta solo la pista forestale usata solo dai mezzi di emergenza. 

“La frana del Ruinon - si legge sul sito di ARPA Lombardia- è situata all’interno del territorio comunale di Valfurva, in Alta Valtellina, provincia di Sondrio. Il dissesto interessa il versante SW del monte Confinale, in destra idrografica del torrente Frodolfo, nel tratto compreso tra gli abitati di S. Caterina e di S. Gottardo. Il versante destro della Valfurva presenta numerosi indizi di Deformazione gravitativa profonda di versante e nell’area in oggetto dette deformazioni profonde interessano il substrato a profondità dell’ordine di oltre cento metri. L’area di frana in senso stretto si estende dalla quota del coronamento superiore (2.100m slm), fino a circa 200m dal fondovalle situato a quota 1.400m slm ed occupa una superficie di circa 0.5kmq. Si distinguono nettamente due nicchie di distacco, rispettivamente alle quote di 2.050-2.100m slm e di circa 1.900m slm. La nicchia di frana più alta presenta una larghezza di circa 700m e risulta in progressiva espansione, in particolare verso SE. A quote superiori al limite del bosco il Torrente Confinale, che trae origine dall’omonimo lago a quota 2.930 m.slm., evidenzia una situazione idrogeologica particolare con numerose sorgenti posizionate a valle di un potente affioramento di marmi. Va notato che la portata del Torrente Confinale all’uscita del lago è notevolmente superiore a quella del torrente in prossimità della frana. È interessante notare che, nella parte altimetricamente più rilevata del bacino sotteso alla frana, si notano morfologie periglaciali a testimoniare la presenza (per gran parte certamente relitta) di permafrost. La frana è di tipo complesso, costituita da uno scivolamento di detrito superficiale e di roccia profondo, con possibili crolli di massi anche di grossa volumetria e colate detritiche in concomitanza ad eventi meteorologici (pioggia e/o disgelo). Negli ultimi anni si sono riscontrati movimenti diversificati a seconda del settore, e particolarmente intensi (anche superiori a 10 metri annui) nella falda di detrito della nicchia bassa. Gli scenari di pericolo per i movimenti del corpo franoso sono differenti e vanno da poche centinaia di migliaia di metri cubi (per movimenti di parte del detrito superficiale) fino a decine di milioni di metri cubi in caso di movimenti complessivi”. 

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