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Milano
Vallanzasca: no dei giudici alla libertà condizionale
Renato Vallanzasca

 Vallanzasca: no dei giudici alla libertà condizionale

Il tribunale di Sorveglianza di Milano ha respinto le richieste di liberazione condizionale e di semiliberta' presentate dalla difesa di Renato Vallanzasca, condannato a 4 ergastoli e a 296 anni di carcere.

Alla richiesta di liberta' condizionale, la difesa aveva allegato una relazione degli operatori del carcere di Bollate in cui si sosteneva che Vallanzasca, uno dei protagonisti piu' significativi della 'mala' milanese, ha avuto un "cambiamento profondo", "intellettuale ed emotivo", "non potrebbe progredire con altra detenzione" e puo' "essere ammesso alla liberazione condizionale", con la possibilita' quindi di scontare la pena fuori dal carcere in regime di liberta' vigilata.

Secondo Massimo Parisi, direttore del gruppo che lo ha tenuto sotto osservazione, il mutamento del 'bel Rene'' e' "evidenziato anche dall'anonimato degli ultimi anni (non ha consentito nessuna intervista), appare di un livello tale (tenuto conto della persona, della sua storia e del contesto) che non potrebbe progredire con altra detenzione, che potrebbe, di fatto, al contrario sollecitare una nuova chiusura dello stesso". Questo cambiamento viene definito nel dossier "profondo, non solo anagrafico, ma intellettuale ed emotivo, frutto di una sofferenza che, seppur non evidenziata nei colloqui con gli operatori che da anni lo seguono, sa emergere in modo autentico e non sovrastrutturata". I giudici della Sorveglianza si erano riservati di decidere dopo l'udienza di martedi' scorso. 

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