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Milano
Violenza sessuale a Milano, i ragazzi nel video: "Qui parte lo stupro..."

Violenza sessuale a Milano, i video: "Qui parte lo stupro..."

"Qui parte lo stupro". Lo si sente dire in un video agli atti dell'inchiesta sulla violenza sessuale compiuta in un appartamento a Milano da cinque giovani ai danni di una studentessa americana. A parlare è uno dei ragazzi indagati, amico degli arrestati Mattia Lucarelli, figlio dell'ex calciatore Cristiano, e  Federico Apolloni, a loro volta entrambi giocatori di calcio. Nello stesso filmato, pochi secondi dopo, un altro dei cinque giovani, Matteo B., 23 anni, anche lui indagato, grida a Lucarelli "di farsi da parte per reclamare il proprio turno, dicendogli che lui ha gia' avuto un rapporto sessuale invitandolo a lasciare 'spazio" agli altri". Il testo della conversazione e' riportato nell'ordinanza di custodia cautelare emessa dalla gip Sara Cipolla. "Mattia, levati dal cazzo, hai gia' scopato", dice Matteo B. prima di sentire dei rumori di serratura dalla stanza in cui Lucarelli e Apolloni si trovano da soli con la vittima. "Pezzi di merda", e' l'insulto rivolto ai due per essere stati esclusi.

Le voci degli indagati: "Se chiama la polizia ci inc... tutti"

"Se questa chiama la polizia c'inc... tutti". Sono le parole che il calciatore Federico Apolloni, arrestato per violenza sessuale insieme al compagno di spogliatoio Mattia Lucarelli, avrebbe pronunciato in uno dei video registrati dai giovani nella casa in zona viale Libia a Milano dove hanno violentato, secondo l'accusa, una 22enne studentessa americana. La frase è riportata nell'ordinanza del gip di Milano Sara Cipolla dove vengono riportati immagini e intercettazioni e dove emerge il dissenso della vittima. Il suo è un racconto "frutto di un processo di ricordo particolarmente doloroso ma non per questo impreciso o assurdo".

Il gip: "La ragazza un mero strumento per soddisfare le fantasie del gruppo, un dono dal cielo di cui abusare a piacimento"

"Le parole dei ragazzi dimostrano come la vittima non ha mai rappresentato per gli stessi una partner con cui avere un rapporto sessuale consenziente, ma un mero strumento per soddisfare le fantasie del gruppo, 'un dono dal cielo' di cui abusare a proprio piacimento". Lo scrive il gip di Milano  Sara Cipolla nell'ordinanza. Stupro che, per l'accusa, è avvenuto la notte tra il 26 e il 27 marzo scorso quando la ragazza, ubriaca, esce da un locale, accetta un passaggio in auto dai cinque sconosciuti e subisce abusi in un appartamento in zona piazzale Libia a Milano. In un video la 22enne barcolla, non è in grado di reggersi in piedi e di fare le scale.

"Lo stato di inferiorità psichica al momento della violenza dunque, non solo era evidente e ben compreso, ma è stato dagli stessi indagati sfruttato proprio per soddisfare i desideri sessuali del gruppo ben sapendo che la condizione di menomazione in cui versava la vittima e la minorata capacità di difesa della stessa, avrebbe permesso, come in effetti è accaduto, di vincere qualsiasi resistenza della stessa ed avvincerla nella trappola dai medesimi predisposta in modo da concretizzare la violenza sessuale collettiva" scrive il gip. Nell'ordinanza di 40 pagine si sottolinea come "la condotta di ciascuno dei singoli indagati ha contribuito alla formazione e alla realizzazione del reato: infatti, analizzando più dettagliatamente le azioni di ciascuno dei compartecipi emerge che tutti gli atti perpetrati dagli stessi sono univocamente orientati all'adesione al comune scopo criminoso collettivo e di esso ne costituiscono la progressiva costruzione e al contempo il simultaneo rafforzamento".

Lucarelli, l'atto sessuale avvenuto senza protezione

Le altre tre persone sono indagate e, da quanto si legge nelle carte avrebbero evitato la custodia cautelare poiché hanno avuto un ruolo "meno attivo". "Le modalità con cui è stata compiuta la violenza appaiono particolarmente allarmanti e denotano la spregiudicatezza degli indagati, in quanto risultano suscettibili di essere utilizzate dagli stessi innumerevoli altri episodi", si legge nel provvedimento firmato dal gip Sara Cipolla, che definisce "non sussistente il pericolo di inquinamento probatorio" per Apolloni e Lucarelli ma sottolineata la possibilità di reiterazione della violenza da parte dei due calciatori. Nell'ordinanza è ricostruita la ferocia dell'azione, condotta "in un contesto ludico e ricreativo, approfittando dello stato alterato della giovane" e tra i passaggi più duri c'è la descrizione "dell'atto sessuale", avvenuto senza protezione "esponendo così la vittima a tutti i conseguenti rischi del caso, tra cui quello di contratte una malattia sessualmente trasmissibile".

La telefonata di Lucarelli al padre: "Manca il video che avrebbe tolto ogni dubbio"

"Ho sentito il mio corpo come se non fosse il mio", ha raccontato la vittima, come riferisce Ansa.  In una intercettazione risulta che Lucarelli, durante una lunga conversazione col padre Cristiano, abbia fatto riferimento a un video cancellato e infatti non è mai stato recuperato dagli inquirenti. "I video ci sono?", chiede l'ex bomber al figlio, che risponde: "Sì ma meglio di no, non si usano perché fondamentalmente manca l'unico vero che avrebbe chiuso ogni dubbio. Quindi ancora non l'abbiamo scampata ma sono molto fiducioso".

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