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Auto e Motori
DS Automobiles si illumina di immenso

Nata nell’ottobre del 1955 grazie all’estro creativo dello scultore varesino Flaminio Bertone, la DS19 diventò da subito una piccola grande opera d’arte viaggiante grazie alla sua linea meravigliosa e alle innovazioni tecnologiche come, per esempio, i freni a disco per la prima volta montati di serie, il servosterzo idraulico, il cambio e la frizione a funzionamento assistito e le eccezionali sospensioni idropneumatiche realizzate da un genio dei laboratori Citroen: Paul Magès. Un grandissimo personaggio nato in casa Citroen (lavorava nel centro studi di Parigi), in grado di trasformarsi da disegnatore e collaudatore a progettista e inventore. Secondo la leggenda, nel 1965 Magés fu invitato da una famosa azienda specializzata nella produzione di gruppi ottici e fanaleria per assistere a una dimostrazione pratica di un sistema di fari girevoli, asserviti ad un calcolatore che ne comandava i movimenti in funzione della rotazione del volante tramite dei servomotori. Si trattava di una “invenzione anacronistica”, fuori dal tempo, perché le tecnologie dell’epoca non erano in grado di supportare. 

 

Tuttavia Paul Magès ne intuì l’importanza e a sua volta invitò i tecnici di quella azienda a visitare i laboratori Citroen di Parigi. Dopo qualche giorno eccoti spuntare un nuovo frontale della DS, ovviamente con “occhi” diversi: all’interno dei grandi vetri c’erano quattro fari di cui due (gli esterni) a comando dinamico che andavano su e giù seguendo la morbida sospensione e garantendo un fascio di luce ad altezza costante e due (gli interni) a comando direzionale, collegati ai movimenti del volante, ma molto più pronti e immediati nelle loro rotazioni rispetto a quelli a controllo elettronico.

La sorpresa più grande avvenne quando Magrés, con in mano una coppia di corde da pianoforte e alcune molle, dovette spiegare in che modo era arrivato a questo risultato: il genio dell’idropneumatica aveva “semplicemente” collegato le articolazioni della sospensione ed il servosterzo ai fari tramite corde in acciaio armonico e molle di richiamo. 

 

Qualche anno dopo, nel settembre del 1967, il nuovo frontale con fari a comando direzionale e dinamico rinnovò la linea della DS e divenne uno degli elementi caratterizzanti del mitico “squalo”. A distanza di 50 anni, la storia si ripete: oggi come allora DS, che nel frattempo da modello unico è diventato un brand premium, rende omaggio a Paul Magès (e illumina i suoi clienti) proponendo i DS Active LED Vision presentati in anteprima sulla Concept DS E-Tense. Si tratta di gruppi ottici che, oltre ad essere belli da vedere (l’estetica è una priorità per DS Automobiles), sono anche performanti. Durante la guida notturna, per esempio, il fascio luminoso si adatta alle condizioni della strada e alla velocità dell’auto, in termini di ampiezza e di portata. 

 

I DS Active LED Vision sono composti da un proiettore principale a LED e da tre moduli LED in grado di ruotare da sinistra a destra, da destra a sinistra in funzione dell’angolo di sterzata del volante e della velocità del veicolo e sono in grado altresì di inclinarsi verticalmente. In questo modo, la portata dei fari viene aumentata oppure ridotta mentre il fascio luminoso è allargato oppure opportunamente orientato per dirigere più o meno luce ai lati della strada. Tutto ciò, ovviamente, non è collegato tramite due “corde di pianoforte”, ma sicuramente è stato sviluppato sul concetto e sulle intuizioni di Paul Margés. 

 

La prima vettura a beneficiare di questa “antica” tecnologia è la nuova DS 7 Crossback i cui “occhi” garantiscono una illuminazione perfetta in tutte le situazioni possibili e immaginabili, proponendo diverse modalità che tengono conto non solo della velocità della vettura ma anche, per esempio, del movimento del tergi-cristallo e della presenza di ostacoli ai lati della strada. Insomma, anche quel gran genio di Paul Margés ne sarebbe davvero orgoglioso…

 

 

 

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