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Auto e Motori
La Dakar sentenzia: Carlos Sainz c’è!

Alla Dakar l’11 gennaio non è semplicemente il giorno della sesta tappa, quella dei due settori e della neutralizzazione che le separa. E non è soltanto una di quelle giornate che non finiscono mai. Certo, è una tappa lunghissima, la chiusura dell’incredibile, sontuoso capitolo peruviano dell’edizione numero 40 della massacrante competizione, l’attacco alle Ande per raggiungere Puno e le rive del Lago Titicaca, per poi passare in Bolivia salutando il Paese che ha restituito la Dakar al suo mito.

E sono, naturalmente, anche freddo in altura e molte, troppe ore alla guida, navigazione e incertezza, stanchezza e tensione. E’ però soprattutto la prima vittoria, quest’anno, di Carlos Sainz e Lucas Cruz, il modo più esplicito per certificare il potenziale dello spagnolo pur in questa delicata circostanza.

Non è una rivoluzione, ma un suggerimento all’attenzione. “Sainz c’è”, se qualcuno aveva ancora dubbi. È anche l’occasione per dire che il Sainz che si vede nel deserto del Perù e nelle tappe della montagna più “dura” non è più l’estroverso, carismatico pilota un po’… falloso, ma l’interprete perfetto di una classe fuori dal comune, già vista nel corso di una delle più belle carriere del motorsport.

Carlos Sainz ha portato alla vittoria anche la 3008 DKR #303, che di fatto mancava all’appello del record Peugeot di questa edizione, apparentemente sfruttando una parte del potenziale, ovvero quello più maturo e riflessivo.

Sainz non ha avuto vita particolarmente difficile, poiché la situazione di classifica consente a Stephane Peterhansel, secondo al traguardo di La Paz, di gestire un primato sufficientemente solido.

È sembrato tuttavia chiaro che i due compagni di squadra hanno regalato al Team Peugeot Total non soltanto un altro successo da incorniciare ma  una giornata di spettacolo della velocità di altissimo livello. Basta annotare, in calce, che ancora una volta non c’è stata corsa di… marca. Avversari scomparsi o annichiliti nella constatazione del tutto da rifare, irrevocabilità di un trend chiarissimo che è lo stupendo dejà vu delle ultime due stagioni di stagioni della Dakar e che si avvia a completarsi in una tripletta per la storia.

Rientrato al bivacco Daniel Elena, vittima di un infortunio che è costato il ritiro della Peugeot 3008 DKR Maxi di Sébastien Loeb, e tornato in corsa Cyril Despres dopo lo stop traumatico della sua 3008 DKR, ci si sofferma a bordo pista a seguire con curiosità la crescita di Khalid Al Qassimi, il privato di Abu Dhabi che, nonostante una tappa difficile, conserva l’ottimo ottavo posto della generale.

Con le due Peugeot 3008 DKR di Peterhansel e Sainz saldamente in testa al Rally e separate da poco meno di mezz’ora, ma al riparo da sorprese dirette con un vantaggio che sfiora l’ora e mezza, è lecito concedersi una giornata per così dire di riflessione. A La Paz, infatti, la 40.ma Dakar si ferma un giorno, dopo una giornata interminabile, per la sua unica giornata di riposo. Si riprenderà con la La Paz-Uyuni. E via attraverso il fascino di Bolivia e Argentina.

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