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Auto e Motori
Si scrive Volvo si legge Sicurezza

Ormai il Volvo Studio Milano, anche a livello mondiale, è diventato il punto di partenza per Volvo: da qui è partito, per esempio, il lungo viaggio della nuova XC40. E da qui, ieri 26 maggio, è partito il nuovo progetto E.V.A. (Equal Vehicle for All) basato sul concetto di sicurezza condivisa per arrivare ad auto ugualmente sicure per tutte le tipologie di occupanti.

L’occasione? La celebrazione dei 60 anni di vita delle cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio. “Inventate – dichiara Michele Crisci Presidente di Volvo Car Italia - ma non brevettate da Volvo”. Una tavola rotonda, quindi, con esperti del settore che hanno portato l’attenzione sulle misure appena annunciate da Volvo in materia di prevenzione degli effetti della velocità eccessiva, della distrazione e della guida in stato di alterazione psicofisica.

 “La Sicurezza è da sempre il principio che guida le azioni di Volvo,” ha dichiarato Michele Crisci, Presidente Volvo Car Italia - Da questa tradizione viene il progetto di condivisione a favore della sicurezza di tutti di cui siamo oggi protagonisti. Ma non basta: riteniamo che un costruttore automobilistico abbia il dovere di occuparsi di tutti i fattori che influiscono sulla sicurezza del traffico, compresi i comportamenti umani. Abbiamo fatto proposte che fanno e faranno discutere, l’importante è portare l’attenzione e il dibattito su questi temi”.

 

Il progetto E.V.A. (Equal Vehicle for All)

 Promuovendo il progetto E.V.A., Volvo Cars condivide le proprie conoscenze maturate in 40 anni di ricerca nell’ambito della sicurezza attraverso una ‘biblioteca’ digitale accessibile al fine di rendere tutte le auto più sicure. Alla base dell’iniziativa lo stesso senso civico che guidò le scelte di Volvo nel 1959, allorché non brevettò le cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio e, una volta verificatane l’efficacia, le mise a disposizione di tutti i costruttori automobilistici. Si calcola che oltre un milione di vite umane siano state salvate da allora grazie alle cinture di sicurezza inventate da Volvo e usate da tutte le altre Case.

Il progetto E.V.A. è visualizzato attraverso immagini virtuali di corpi femminili sottoposti a impatti perché mette in evidenza la fondamentale ineguaglianza nello sviluppo dei sistemi di sicurezza per le auto; le donne sono infatti esposte a rischi maggiori di subire lesioni in caso di incidente. Ben consapevoli di questo, i tecnici Volvo hanno sviluppato i dispositivi di sicurezza delle auto Volvo con l’obiettivo di proteggere con la stessa efficacia tutte le persone, indipendentemente dal sesso, dall’altezza, dalla corporatura o dal peso, non limitandosi dunque alla ‘persona media’ rappresentata dai manichini utilizzati per le prove d’impatto. Condividere i dati di tali ricerche significa dunque favorire in senso allargato la produzione di vetture più sicure per tutti. Volvo Cars continua dunque, oggi come nel 1959, a dare precedenza al progresso sociale rispetto al semplice vantaggio finanziario.

 

Volvo Vision 2020: ci siamo (quasi)

Impegnata nel raggiungimento dell’obiettivo di azzeramento della mortalità per incidente a bordo delle proprie auto sancito dalla propria Vision 2020 e consapevole che la tecnologia da sola non consente di raggiungere la “quota zero”, Volvo ha deciso di ampliare il proprio raggio d’azione occupandosi anche dei comportamenti di chi guida. Derivano da questa posizione le iniziative e i dispositivi che Volvo implementerà a partire dal 2020: 1) su tutte le vetture Volvo ci sarà il limitatore della velocità massima a 180 km/h; 2) grazie alla Care Key si avrà la possibilità di detreminare di volta in volta la velcoità massima dell’auto in caso di sharing; 3)

Maggior monitoraggio della guida attraverso telecamere e intervento in automatico del veicolo in caso di pericolo per contrastare gli effetti della distrazione o della guida in stato di alterazione psicofisica.

 

 

 

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Tags:
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