(AdnKronos) - Le reti anti insetto rimangono una delle principali forme di difesa e di contenimento per proteggere soprattutto le piante da frutto anche se, ricordano gli esperti, difficilmente si riesce a salvare dalla cimice più del 70 per cento del raccolto. E’ anche per questo, oltre che per i costi dei nuovi impianti particolarmente elevati, che pochi produttori hanno presentato la domanda di partecipazione al bando regionale che ha stanziato un contributo per le reti anti insetto.A Castelbaldo i produttori riuniti nella Cooperativa Frutta sono in preallarme ormai da mesi: “Quest’anno ci aspettiamo un massiccio attacco da parte di questo micidiale insetto – spiega il presidente Graziano Balbo – che non ha antagonisti naturali. Chi è dotato delle reti qualcosa riesce a salvare ma ovviamente il problema rimane. Per contrastare la proliferazione dell’insetto alieno è importante proseguire a marcia spedita con la ricerca di insetti antagonisti e di molecole per interventi a basso impatto ambientale, attività già avviata dall’Università di Padova. Ed è proprio ai ricercatori dell’Ateneo che i nostri produttori, insieme a Coldiretti, confermano la propria disponibilità a mettere a disposizione terreni con frutteti e seminativi per condurre la necessaria sperimentazione sul campo. Le nostre aziende sono aperte e a disposizione della comunità scientifica”.
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