(AdnKronos) - La domanda globale di energia da qui al 2050, secondo i calcoli di McKinsey, continuerà a crescere a un ritmo dello 0,7% l’anno, inferiore all’oltre 2% registrato tra il 2000 e il 2015. A metà del secolo, il 77% della nuova capacità installata verrà dal sole e dal vento, il 13% dal gas naturale, il 10% dal resto. Nel 2050 le Rinnovabili, escluso l’idroelettrico, produrranno più del 30% dell’energia globale: qui in Italia, hanno bisogno di una pianificazione nazionale per svilupparsi. "Come Paese - spiega Marco Peruzzi, presidente di e2i Energie Speciali - abbiamo fatto grandi investimenti in produzione di energia elettrica rinnovabile. Questo patrimonio dev'essere salvaguardato e un piano di rinnovamento, e in alcuni casi di integrale ricostruzione di questi impianti, richiede un quadro di riferimento certo. Noi sostanzialmente vogliamo sapere dove possiamo fare questi impianti, quindi auspichiamo che ci siano delle aree a vocazione eolica dedicate al vento. E, d'altra parte, vogliamo avere un cliente che ci possa ritirare energia e dare una stabilità finanziaria ai nostri investimenti". Anche sul fronte dei rifiuti, c'è ancora molto lavoro da fare. Un'azienda privata come la Montello, che si è riconvertita negli anni Novanta dal siderurgico al ciclo dei rifiuti, oggi ricicla 800mila tonnellate all'anno di rifiuti ed è un esempio unico in Europa. Il suo presidente, Roberto Sancinelli, ritiene che sia necessario un nuovo piano nazionale sui rifiuti e che si apra il mercato della gestione e del riciclo: "Oggi è bloccato, non c'è concorrenza: è tutto in mano alle piccole partecipate comunali e invece servirebbe una logica industriale". Servono leggi, ad esempio, che tutelino chi vuole sostituire le materie prime fossili con prodotti riciclati e ne trovino immediata disponibilità. Oppure, si può iniziare "separando a livello locale la raccolta dalla gestione del rifiuto", altrimenti è "ovvio che se non si apre il mercato continueranno a essere i cittadini a pagare la tassa sui rifiuti". Sulla raccolta differenziata, "anche se l'Italia è prima in Europa, c'è ancora moltissimo da fare: basti pensare che le tipologie di rifiuti codificate sono più di 800 e in realtà il 90% dei rifiuti che si riciclano sono cinquanta. Questo dà l'idea di quanto lavoro c'è e di quali prospettive ci siano per il settore".
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