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Roma, 18 ott. (Labitalia) - Azienda italiana fiore all’occhiello del made in Italy nel mondo, Fontanot ha contribuito a trasformare il settore delle scale in una vera e propria oasi del design. Una storia famigliare che quest’anno festeggia 70 anni, tra design e artigianalità, e che vede, tra i protagonisti, una donna, Laura Fontanot, che come vicepresidente ha con passione portato l’azienda al raggiungimento di risultati eccellenti divenendo un esempio del savoir faire italiano. "Siamo certamente un’azienda moderna e all’avanguardia - racconta a Labitalia - sotto molti punti di vista. Siamo coscienti di dover essere presenti su ogni canale commerciale, per sfruttare al massimo le opportunità di vendita disponibili e per aumentare la visibilità e notorietà del marchio. Siamo presenti sul canale del retail, del web, della Gdo e del contract con una organizzazione interna/esterna che utilizza tutti gli strumenti ad oggi disponibili per essere in contatto con i clienti". "Tutto il mondo social, gli incontri 'one to one' con gli architetti, le presentazioni alla stampa, ecc, è tutto orchestrato, presidiato e monitorato da persone esperte qualificate. Crediamo nella sicurezza e infatti utilizziamo il sistema gestionale Sap integrale. Per ultimo, ma non certo per importanza, anzi, siamo un’azienda managerializzata. Collaboriamo con società di consulenza specializzate per progetti mirati. Insomma, siamo i protagonisti dei nostri tempi, ma con occhi attenti al futuro", sottolinea.E in 70 anni, il mercato dell’arredamento è molto cambiato. "Con la globalizzazione e la crisi economica, la differenza - spiega Laura Fontanot - la fa la cura del dettaglio e l’utilizzo di nuove tecnologie. Se infatti, da un lato, vi è la spietata concorrenza, contemporaneamente la qualità e la ricerca tecnologica rivestono più che mai un ruolo da protagonista. Utilizziamo, quindi, per ogni nostro progetto materiali certificati assicurando standard di sicurezza altissimi e sfruttando ogni canale possibile. Da qui la grande importanza dell’e-commerce che integra la grande offerta del punto vendita fisico dandoci la possibilità di raggiungere un pubblico sempre più vasto".Ma, nonostante tutto, afferma, "il made in Italy è ancora un valore aggiunto e con Milano quale piazza privilegiata". "Mi piace però pensare che le scale che produciamo - dice - siano il trait d’union tra le diverse anime dell’arredamento italiano. Paesi come la Francia o la Spagna, la Germania, l’Inghilterra e anche gli Usa ci stanno dando molte soddisfazioni, ma non solo". "L’internazionalizzazione dell’offerta è la chiave per alimentare il desiderio di italianità del cliente straniero. La mia formazione scolastica in scenografia mi ha aiutato a immaginare gli spazi e in questo lavoro l’immaginazione è fondamentale", osserva.Un settore, quello del design, che vede ancora poche donne ricoprire ruoli dirigenziali. "In parte - rimarca Laura Fontanot - è ancora così. Da bambina mi intrufolavo nella falegnameria dove architetti, artigiani e ingegneri, insieme al mio babbo, immaginavano e poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo, realizzavano le scale. Per me il design è qualcosa che sento dentro e non avrei mai potuto pensare a un altro mestiere. Sono stata fortunata: nel 1993 in azienda si liberò un posto nell’ufficio comunicazione e il mio babbo mi affidò questo ruolo, ma da lì in poi ho dovuto dimostrare di valere la fiducia che era stata riposta in me". "Purtroppo, ancora oggi, le donne - avverte - devono dimostrare sempre qualcosa mentre agli uomini no. Sempre più donne, come del resto accade in altri settori, stanno scalando le gerarchie ma è ancora tutto troppo complicato e credo che per riuscire ad emergere dobbiamo sfruttare le nostre unicità, la nostra capacità di comunicare in modo semplice e non imitare gli uomini".E alle donne imprenditrici consiglia: "Non arrendetevi! Quando vi dicono che è un lavoro da uomini, che si devono fare le cose in un certo modo, non abbiate paura di infrangere gli schemi. Io l’ho sempre fatto".Laura Fontanot si dice "orgogliosa" di questa azienda, "non solo perché è 'di famiglia', ma perché penso che abbiamo fatto grandi cose, collaborato a progetti incredibili come il Bosco Verticale, il Pavillon Unicredit bilanciando tradizione e modernità". Del resto, ammette, "non tutte le aziende famigliari sono un successo, infatti il segreto risiede nella passione genuina con la quale si intraprende un cammino". Quanto ai progetti per il futuro, non ha dubbi: "Continuare in questa direzione perché 70 anni non ci bastano. Grazie alle collaborazioni con designer e architetti provenienti da ogni angolo del pianeta, vogliamo dimostrare che il design non conosce confine e che l’eccellenza italiana può ancora dire la sua". "Il piano industriale dei prossimi tre anni è incentrato su 3 punti: lo sviluppo - elenca - di nuovi mercati nel Far East, un forte investimento nel mercato americano dove la nostra controllata è cresciuta nell’ultimo triennio in doppia cifra e il rafforzamento del brand in Europa attraverso una strategia multicanale. Pensiamo che tali linee di sviluppo ci permetteranno di internazionalizzare fortemente il nostro Gruppo, raggiungendo l’obiettivo che ci siamo prefissati ovvero crescere ogni anno un po’".





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