Roma, 21 dic. (AdnKronos) - “Il pesante tributo occupazionale imposto dalle autorità europee per il salvataggio delle ex venete è stato trasformato in un’occasione di ricambio generazionale, creando complessivamente una prospettiva di lavoro stabile per quasi 2.000 giovani e anticipando in maniera socialmente sostenibile le possibili ricadute della riorganizzazione della rete di vendita, che ora ci aspettiamo non produca nuove eccedenze di personale”. E' il commento di Mauro Incletolli, della segreteria nazionale di First Cisl, all’accordo firmato nella notte per la gestione delle richieste di uscita presentate nel gruppo Intesa Sanpaolo a seguito del piano di esodi concordato con il sindacato. “L’accoglimento delle domande di uscita eccedenti rispetto alle 3.000 previste - spiega Caterina Dotto, responsabile di First Cisl nel gruppo Intesa Sanpaolo - consente una sorta di staffetta occupazionale tra chi esce, proveniente dalla fascia anagrafica che era stata penalizzata dalla legge Fornero, e chi è fuori dal mercato del lavoro e prevede ingressi anche tra le categorie protette e tra chi è in collocamento obbligatorio. Altrettanto rilevante sotto il profilo sociale è il focus sulla formazione e sui nuovi mestieri”. L’accordo sottoscritto nella notte prevede di accogliere tutte le 6.850 richieste di uscita presentate in Intesa Sanpaolo, che verranno scaglionate anche oltre la scadenza prima indicata del 30 giugno 2019 tramite due ulteriori finestre il 31 dicembre 2019 e il 30 giugno 2020.
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