Milano, 13 nov. (AdnKronos) - Per promuovere la cultura "come Stato cosa possiamo fare? Spendere. E' la prima cosa che ho capito e non è banale. La nostra capacità di spesa non è quella che ci meriteremmo". Così il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, intervenendo all'inaugurazione dell'anno accademico di Fondazione Milano, che raccoglie le Scuole civiche milanesi di Musica, Teatro, Cinema, Interpreti e traduttori. Lo Stato, sottolinea, "ha un suo ruolo nel promuovere questi settori che sono tra i più dinamici che abbiamo e sui quali il paese deve puntare". "In Italia gran parte della spesa culturale viene fatta dagli enti locali. A volte manca il coordinamento. Che non porta titoli su giornali, è lento e faticoso, e non è la prima scelta per chi vuole fare carriera politica, ma è importante". Un altro aspetto di cui si deve occupare lo Stato è che "deve dare quattrini, ma non inondare di soldi il settore: le economie che hanno speso di più in cultura - rammenta - sono state le economie socialiste. Perché volevano fare passare un messaggio omogeneo. Io sarò contento fino a quando ci saranno spettacoli diversi, che anche detesterò, ma sarà perché non siamo dentro il pensiero unico". Qui, aggiunge, "non stiamo parlando del futuro della lingua italiana ma del lavoro delle persone". E una piaga che riguarda anche il mondo della cultura in senso lato è proprio il "precariato che produce una incertezza esistenziale non degna. Anche questo è un aspetto - conclude Bonisoli - a cui metteremo mano".
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