Caltanissetta, 19 giu. (AdnKronos) - "Io ero un collaboratore e non un pentito. Il pentito si pente delle cose. Loro (gli inquirenti ndr) attraverso me volevano che nascessero altri pentiti. Per me queste torture sono state insopportabili". Così il falso il falso pentito Vincenzo Scarantino, proseguendo il controesame al processo sul depistaggio delle indagini sulla strage di via d'Amelio.
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