Roma, 4 ott. (Labitalia) - La stragrande maggioranza dei Comuni non effettua il controllo della qualità energetica delle costruzioni edilizie e degli altri interventi. E' quanto emerge dai primi risultati di uno studio, commissionato dal gruppo di lavoro energia al Centro studi del Consiglio nazionale degli ingegneri, e diffusi in occasione della 'Seconda giornata nazionale dell'energia'. Secondo i dati, i Comuni italiani, pur istituendo, nel 52,3% dei casi, un ufficio specifico addetto all'efficienza energetica, solo per il 29% esercita anche il controllo dell'osservanza delle norme di efficienza energetica nazionali nell'edilizia. Va anche rilevato, spiega l'indagine degli ingegneri, che il 41,8% dei Comuni ha comunque approvato il Piano energetico comunale (Pec) previsto dalla legge 10/91 e un consistente numero di loro ha aderito al cosiddetto 'Patto dei sindaci', iniziativa promossa dalla Commissione europea al fine di favorire un coinvolgimento attivo degli enti locali nella strategia europea per la sostenibilità energetica.Lo studio, inoltre, rileva come i tre quarti dei Comuni abbiano provveduto alla nomina dell''energy manager' e che in circa il 70% dei casi è un ingegnere, quasi sempre iscritto all'Albo professionale. Sul versante dei finanziamenti, infine, solo il 38,5% dei Comuni ha usufruito di quelli previsti dal Mise, finalizzati alla realizzazione di progetti di efficientamento e produzione di energia da fonti rinnovabili. Nelle prossime settimane, il Centro studi del Cni raccoglierà ulteriori informazioni a questo riguardo e i dati completi faranno parte di un documento che sarà diffuso al pubblico.
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