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Roma, 13 set. (AdnKronos Salute) - La ricerca ha cominciato a scoprire un legame tra lo zucchero e le malattie cardiache negli anni '60. Ma proprio in quegli anni l'industria americana dello zucchero avrebbe pagato diversi scienziati di punta per 'addolcire' il legame tra questa sostanza e le malattie cardiache, e promuovere invece i grassi saturi come vero colpevole. Lo sostiene un'analisi condotta su documenti interni dell'epoca, migliaia di pagine di lettere e altre carte recentemente scoperte da un ricercatore dell'University of California a San Francisco e pubblicata su 'Jama Internal Medicine'. Lo studio, rilanciato dal New York Times, dalla Cnn e da varie testate statunitensi, sostiene che cinque decenni di ricerche americane su alimenti e cardiopatie potrebbero essere stati 'pilotati' dall'industria dello zucchero. "Sono stati in grado di dirottare la discussione dallo zucchero per decenni", sostiene Stanton Glantz, docente di Medicina dell'Ucsf e uno degli autori del lavoro. L'analisi spiega come un gruppo, che allora si chiamava Sugar Research Foundation - noto oggi come Sugar Association - avrebbe finanziato 3 scienziati di Harvard con l'equivalente di circa 50 mila dollari attuali, per pubblicare nel 1967 un'analisi delle ricerche su zucchero, grassi e cardiopatie. Gli studi usati nell'analisi sarebbero stati selezionati proprio dalla Sugar Research Foundation e l'articolo - pubblicato all'epoca sul prestigioso 'New England Journal of Medicine' - minimizzava il legame tra zucchero e danni alla salute cardiaca, mettendo in primo piano il ruolo dei grassi saturi.Il lavoro usa documenti risalenti a 50-60 anni fa, e gli scienziati di Harvard chiamati in causa non sono più in vita, ma uno di loro era D. Mark Hegsted, che in seguito diventò capo della nutrizione al Dipartimento dell'Agricoltura Usa, dove nel 1977 aiutò a stilare le linee guida sull'alimentazione. Oggi non mancano indagini sul ruolo degli zuccheri nell'alimentazione di adulti e bambini, ma per molto tempo ci si è focalizzati sui rischi collegati ai grassi dimenticando lo zucchero, sostengono i ricercatori. Dal canto suo in una nota la Sugar Association ha replicato al report su Jama sottolineando che l'analisi del 1967 fu pubblicata in un'epoca in cui le riviste mediche non richiedevano ai ricercatori di rivelare le fonti dei finanziamenti. Sentita dalla Cnn, l'associazione ha aggiunto che è "difficile per noi commentare eventi che presumibilmente sarebbero avvenuti 60 anni fa", e "documenti non abbiamo mai visto". Ma, ribadendo "grande trasparenza in tutte le proprie attività di ricerca", l'organizzazione sottolinea sul Nyt che diversi decenni di studi hanno concluso che "lo zucchero non ha un ruolo unico nelle malattie cardiache". In anni recenti l'American Heart Association e l'Organizzazione mondiale della sanità, insieme ad altre autorità sanitarie, hanno iniziato a mettere in guardia sull'eccesso di zuccheri aggiunti e l'aumento del rischio cardiovascolare. Ma oggi l'indagine fa discutere in un Paese dove, tra l'altro, il tasso di obesità è ormai a livelli allarmanti. Anche perché, rileva Glantz, dopo la pubblicazione della ricerca che sarebbe stata 'addolcita', il dibattito su zucchero e salute del cuore di fatto in Usa terminò, mentre le diete povere di grassi si attirarono il plauso di molte autorità sanitarie. Insomma, "per gli standard di oggi, si comportarono molto male", conclude Glantz.





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