Roma, 11 set. (AdnKronos) - "È ormai evidente il perverso intreccio economico che in Italia unisce organi di stampa, grandi aziende e vecchi partiti politici". Lo scrive il sottosegretario all'Editoria, Vito Crimi, in un lungo post su Fb."Il trattamento riservato dai giornali al crollo del ponte Morandi è solo l'ultimo (pessimo) esempio di come vanno le cose nel nostro Paese. Il lettore che cerca la verità conta meno di zero. A contare sono i comitati d'affari che foraggiano i giornali con inserzioni a peso d'oro. Così si spiega il silenzio della maggior parte dei quotidiani italiani sul nome dei Benetton: per giorni sono riusciti a non citare nemmeno per sbaglio questi fantomatici Innominati, padroni di fatto di Autostrade per l'Italia nonché elargitori di generosi investimenti in inserzioni pubblicitarie", osserva."Poi è arrivata la conclusione della trattativa sull'Ilva di Taranto: un grande risultato per il nostro governo. Ma i giornali si sono ben guardati dal concedere spazio a questa buona notizia. Per mesi hanno sguinzagliato i migliori 'giornalisti' e dedicato prime pagine, articoli, approfondimenti sperando nel fallimento del Ministro Luigi Di Maio. Per mesi hanno tifato contro, ma alla fine la loro speranza è stata vana. E adesso? Anziché riconoscere i nostri meriti, ripartono all'attacco con pagine e pagine su un'immaginaria gaffe di Di Maio. Abbiamo capito il loro gioco: parlare del governo soltanto per parlarne male".
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