Roma, 13 dic. (AdnKronos) - "Il divieto, per chi possiede tv nazionali, di acquisire partecipazioni in imprese editoriali esiste dal 2005. Dal 2005, tutti i governi di centrodestra e centrosinistra hanno sempre prorogato questo sacrosanto divieto. Tutti, per 13 anni. Ora che Il Movimento 5 Stelle è al governo, sarebbe toccato a noi ripetere quel che hanno fatto tutti i governi fino ad oggi, ovvero prorogare il divieto di un altro anno, semplicemente. Ma arrivati a questo punto, se il divieto sopravvive da 13 anni ed è indispensabile per tutelare il pluralismo, perché dovremmo limitarci a prorogarlo di un solo anno? Possiamo fare di meglio, puntare alla semplificazione e renderlo definitivo. Cosa c'è di straordinario in questo? Niente". Lo scrive in un post su Facebook il sottosegretario all'Editoria Vito Crimi. "Eppure -aggiunge- è bastato questo semplice ragionamento a far impazzire i 'difensori' del pluralismo. Forse qualcuno sperava in una svista, che ci sfuggisse. Forse qualcuno sperava che gli 'incompetenti' al governo facessero un errore e non vedessero la norma, così da poter allargare il suo già grande potere di controllo sui media. Beh, avete fatto male i calcoli. Non c'è più trippa per i vostri comitati d'affari!"
aiTV
25 aprile, Antonio Scurati legge il suo monologo sul palco di Milano. L'applauso della folla
Crollano in strada le pale del Moulin Rouge: paura a Parigi. Le immagini
in evidenza
E la hit "Sinceramente" esplode all'estero
Super Annalisa fa incetta di platini: arriva il quinto disco per "Bellissima"
in vetrina
Affari in rete
Guarda gli altri Scatti