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Roma, 15 nov. (Adnkronos) - E' online, scaricabile dal sito www.mercatoelettrico.org, il nuovo numero della newsletter del Gestore dei Mercati Energetici (Gme). La newsletter si apre con un intervento di Claudia Checchi del REF-E sul futuro delle comunità energetiche di cittadini (Cec) "considerate da alcuni un’evoluzione in grado di scardinare le modalità tradizionali di organizzazione del sistema energetico. In particolare, il contributo delle Cec potrebbe essere quello di promuovere l’accettabilità degli impianti di produzione da fonti rinnovabili" che "rimane in molti casi uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo degli impianti rinnovabili". In questo ambito, "l'Italia potrebbe essere un paese particolarmente adatto alla diffusione delle Cec, grazie a una lunga esperienza di autoconsumo e alla già ampia penetrazione della generazione distribuita – ha osservato Claudia Checchi -. Nell’anno 2017, la produzione lorda di energia elettrica da impianti allacciati alla rete di distribuzione è stata infatti pari a 64,2 TWh (circa il 21,7% dell’intera produzione nazionale di energia elettrica), con un lieve incremento (+1,3 TWh) rispetto all’anno 2016. Dei quasi 800mila impianti installati, il 98% sono fotovoltaici, che tuttavia rappresentano il 59% della capacità installata e il 35% della produzione lorda". In sostanza, ha ammesso Claudia Checchi "questi dati suggeriscono che la generazione diffusa potrebbe contribuire in modo determinante al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi 2030 (+ 40 GW di capacità installata rinnovabile rispetto al 2017), e le CEC sono considerate un veicolo imprescindibile". Tuttavia, sono necessari dei correttivi al sistema in generale: "in primo luogo - ha spiegato Claudia Checchi -, perché si esplichi il potenziale delle Cec, è necessario che le regole consentano lo sfruttamento dei vantaggi economici legati alla possibilità di auto consumare l’energia prodotta in loco. Anche in termini di autoconsumo l’Italia ha una tradizione importante e un quadro regolatorio già ampiamente sviluppato. La pluralità di situazioni esistenti (reti interne, cooperative, etc…) ha però reso difficoltosa per l’Autorità di regolazione anche la sola classificazione delle diverse configurazioni e il loro inquadramento in una disciplina comune". Infatti, la maggior parte della produzione della generazione distribuita è oggi immessa in rete e solo una parte minore è auto consumata, con incidenza maggiore dell’autoconsumo con fonti non rinnovabili, costituite prevalentemente da configurazioni di cogenerazione di energia e calore alimentate a gas naturale. "Questa situazione è frutto naturalmente del quadro regolatorio, che fino ad oggi ha concesso incentivazioni dirette sull’energia immessa in rete anche per piccoli consumatori, non privilegiando le soluzioni di auto consumo", ha evidenziato ancora l’esperta del Ref-E secondo cui un’altra questione da risolvere "è quella della ripartizione dei costi e dei benefici all’interno della Cec tra i diversi soggetti partecipanti. Questa gestione richiede livelli di coordinamento difficilmente compatibili con la qualità e le tempistiche delle misurazioni ufficiali oggi disponibili". Nell’organizzazione delle Cec si intravedono quindi due strade possibili: "Quella di una puntale regolazione di obblighi e diritti dei partecipanti alle Cec - regolazione che potrebbe favorire la standardizzazione ma che rischia di trasformarsi un incubo burocratico - o piuttosto quella di lasciare che il mercato trovi da solo le soluzioni, sfruttando al meglio le potenzialità delle tecnologie digitali". Infine, una domanda interessante è verificare se la presenza delle Cec possa favorire o meno la finanziabilità degli interventi di realizzazione di impianti di generazione rinnovabile o di efficienza energetica. "Le Cec dovrebbero peraltro inserirsi nel nuovo paradigma di mercato, in cui non sono previste incentivazioni esplicite ma in cui il mercato trova forme di garanzia e di bancabilità degli investimenti attraverso la stipula di contratti di lungo termine (Ppa)" ha precisato Claudia Checchi. In definitiva “la spinta verso la creazione di Cec e la partecipazione dei consumatori al mercato non deve in sintesi essere scambiata per una ricerca di autosufficienza energetica che riduce le necessità di coordinamento e di organizzazione del mercato. Queste necessità piuttosto, sia sul piano della gestione fisica che finanziaria, aumenteranno, con nuovi e importanti ruoli sia per i gestori di rete che per gli intermediari di mercato, ma affiancati da forme diverse di ripartizione dei rischi e delle opportunità”, ha concluso Claudia Checchi.All’interno del nuovo numero sono pubblicati, inoltre, i consueti commenti tecnici, relativi i mercati e le borse elettriche ed ambientali nazionali ed europee, la sezione dedicata all’analisi degli andamenti del mercato del gas italiano e la sezione di analisi sugli andamenti in Europa, che approfondisce le tendenze sui principali mercati europei delle commodities. La nuova pubblicazione Gme riporta, inoltre, come ormai è consuetudine, i dati di sintesi del mercato elettrico per il mese di ottobre 2019.





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