Milano, 9 ott. (AdnKronos) - Gli affiliati erano uniti da stretti vincoli familiari, così da garantire "l’impermeabilità della struttura criminale". Ma prestanomi e fatture inesistenti non sono sfuggiti alla Guardia di Finanza di Pisogne, un piccolo Comune della Valcamonica, 8mila abitanti: dopo mesi di indagini e riscontri contabili, i finanzieri, coordinati dal comando provinciale di Brescia, hanno denunciato i rappresentati di varie società coinvolte in una frode fiscale da 19 milioni di euro. In particolare, la gdf ha scoperto due società cartiere o 'di comodo' che, dal 2012 al 2016, hanno emesso fatture per operazioni inesistenti nel settore del commercio di rottami ferrosi, ma erano prive di qualsiasi consistenza patrimoniale . Il gruppo, che si avvaleva di compiacenti prestanome, consentiva così di fare acquisti in nero a numerose società della provincia di Brescia.I rappresentanti di diritto e di fatto delle diverse società coinvolte nella frode sono stati denunciati per l’emissione e l’utilizzo di fatture false e per distruzione o occultamento della documentazione contabile.
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