(AdnKronos) - Per ora, però, i nomi che continuano a circolare vedono in pole Alfonso Bonafede, sulla rampa di lancio per il ministero della Giustizia, mentre alle Infrastrutture prendono quota i nomi della grillina Laura Castelli e del leghista Armando Siri. Giancarlo Giorgetti, il Richelieu di Salvini, occuperà sicuramente un ruolo di primo piano: se il nome di Savona dovesse definitivamente tramontare al Mef, potrebbe tornare in gioco per via XX settembre; mentre tra i 5 Stelle si fa spazio il nome di Salvatore Rossi, direttore generale di Bankitalia. In campo, per il Carroccio, anche Nicola Molteni e Giulia Bongiorno. La leghista Simona Bordonali potrebbe occupare il dicastero, nuovo di zecca, della Disabilità; mentre i nomi di altri due fedelissimi di Di Maio, Vincenzo Spadafora e Riccardo Fraccaro, circolano con insistenza per i ministeri dell'Istruzione e dei Rapporti col Parlamento. Agli Esteri ancora in gioco il diplomatico Giampiero Massolo, già direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza e attualmente presidente di Fincantieri. Gianmarco Centinaio potrebbe occupare la casella del Turismo e degli Affari regionali, mentre alla Cultura circola il nome di Emilio Carelli. Un ruolo di peso, nel governo M5S-Lega, dovrebbe poi andare al senatore Vito Crimi, 'papabile', per lui, il ruolo di sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti: Crimi nella scorsa Legislatura era al Copasir. Mentre in quota Carroccio c'è chi fa anche i nomi di due leghisti di vecchio corso: Roberto Calderoli e Raffaele Volpi.
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