Roma, 17 mag. (AdnKronos) - E' lo scontro, l'ennesimo. Ma il baratro sembra ormai a un passo e alle urne manca ancora una settimana. Anche oggi si alza il livello di scontro tra i due vicepremier, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. E il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, attento a mantenere le distanze in queste settimane di campagna elettorale infuocata, finisce nel mezzo, con il leader della Lega che attacca sui migranti - "porti chiusi e non c'è presidente del Consiglio che tenga"- e il capo dei 5 Stelle che difende a spada tratta il premier esprimendogli "pieno sostegno": "di uomini soli al comando ne abbiamo già avuti e in Italia non ne sentiamo certo la mancanza", l'affondo di Di Maio sul leader del Carroccio. E quando il Viminale dà il via libera allo sbarco di bambini e famiglia dalla Sea Watch, il M5S non si lascia scappare l'occasione: "E' finito il celodurismo di Salvini". Rapida la controreplica del ministro dell'Interno: "I 5 stelle volevano far morire in mare i bambini e i malati?".Il botta e risposta al vetriolo rischia di asfaltare i provvedimenti annunciati nei giorni scorsi dai due, cartine di tornasole in vista dell'appuntamento elettorale. Il Cdm di lunedì -mai convocato ma dato pressoché per scontato nei giorni scorsi- rischia fino all'ultimo di saltare. Ed è tutt'ora in bilico. Anche se, viene spiegato da autorevoli fonti, con ogni probabilità il Consiglio dei ministri si terrà ma senza il disco verde ai due provvedimenti bandiera. Due giorni di pre consiglio -ieri e oggi- non sembrano aver portato i frutti sperati. Alla fine il Cdm dovrebbe tenersi ma solo per dare il via libera ai provvedimenti in scadenza, oltre alle nomine per i vertici della Guardia di Finanza e la Ragioneria dello Stato. Con ogni probabilità, raccontano alcuni beninformati, sicurezza e famiglia approderanno sul tavolo del Consiglio dei ministri ma solo per una discussione di massima, l'intero pacchetto verrà rinviato al dopo europee. Alcuni sostengono che in queste ore sarebbe lo stesso premier Giuseppe Conte a frenare, in questo in sintonia col Quirinale, sottolineano le stesse fonti, spingendo affinché le due misure slittino al dopo elezioni, quando il clima tra i due alleati di governo, si spera, sarà più sereno.
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