Roma, 4 mag. (Adnkronos) - "Il Jobs Act fu, prima ancora che il referendum costituzionale, il terreno ideologico sul quale la 'sinistra tradizionalista' si raggrumò per prendere la sua rivincita contro il riformismo di Matteo Renzi”. Lo scrive sui suoi canali social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva.“Oggi la 'old Left' italiana ha davanti a sé due strade perfette per liquidare ciò che resta del riformismo dentro il Pd: la prima – argomento il senatore Iv - è il pacifismo, con la rincorsa demagogica e populista di una piattaforma impugnata da Conte come in passato lo fu da Capanna o Bertinotti. La seconda, è, appunto, il lavoro: mastice identitario e ideologico perfetto su cui il referendum lanciato da Landini è l’ideale 'redde rationem' nei confronti della stagione riformista. Che poi queste due impostazioni consegnino alla Meloni una straordinaria rendita politica, importa poco o nulla al Nazareno. Ciò che conta è regolare definitivamente i conti”. “A nulla serviranno gli sforzi dall’interno: quello spazio politico del riformismo e dell’innovazione che lega modernità e giustizia sociale nel Pd si è definitivamente chiuso. Per non mandarlo anche in esilio dalla politica italiana, resta solo una opzione: riorganizzare un centro riformista, partendo dagli Stati Uniti d’Europa”, conclude Borghi.
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