Roma, 18 giu. (AdnKronos) - A quanto apprende l'Adnkronos da autorevoli fonti M5S, a giorni dovrebbero arrivare le nuove regole che calibreranno le restituzioni grilline. E, come anticipato dal capogruppo alla Camera Francesco D'Uva in assemblea, "si tratterà probabilmente di una quota fissa" da rendere mensilmente. 'Addio scontrini' è la parola d'ordine: si veleggia spediti verso la restituzione di un fisso, che, ad occhio e croce, dovrebbe ammontare attorno ai duemila euro mensili. Si tratta, nello specifico, di metà indennità parlamentare: circa 5.200 euro netti (dei 10.400 di partenza) tassati al 50%, dunque circa 2.000 euro al mese o poco meno a seconda delle addizionali Irpef che variano in base alla Regione di residenza. A stabilire dove fermare l'asticella delle restituzioni saranno i direttivi di Camera e Senato. L'idea che va per la maggiore e che sembra mettere d'accordo tutti, raccontano, è quello di cancellare con un colpo di bianchetto le famigerate restituzioni del 'non speso' (non obbligatorie nella scorsa legislatura ma onnipresenti nel sito 'tirendiconto'), lasciando integre diaria e cosiddetto rimborso di esercizio di mandato.Andrebbero nel dimenticatoio, dunque, scontrini e fatture per calcolare di volta in volta quanto restituire. Soltanto metà indennità non finirebbe nelle tasche di senatori e deputati 5 Stelle, a cui va aggiunto l'obolo di 300 euro che ciascun eletto deve destinare all'associazione Rousseau. Ma questa è un'altra storia.
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