Caltanissetta, 15 nov. (Adnkronos) - (di Elvira Terranova) - Dopo le stragi mafiose del 1992 c'era in Italia uno "scenario di devastazione, sconforto e morte" ed è da qui che "prende inizio un percorso di ricostruzione delle responsabilità di tutti coloro che ne furono autori, percorso faticosissimo, incidentato, a volte contraddittorio, che ancora non è terminato". Ne è convinta Lia Sava, il Procuratore generale di Caltanissetta, che rappresenta l'accusa nel processo d'appello del cosiddetto 'Borsellino quater'. L'ennesimo processo sulla strage di via D'Amelio che vede alla sbarra i boss palermitani Salvatore Madonia e Vittorio Tutino e i tre falsi pentiti Calogero Pulci, Francesco Andriotta e Vincenzo Scarantino. In primo grado Madonia e Tutino vennero condannati all'ergastolo, mentre Andriotta e Pulci a dieci anni di reclusione per calunnia. Reato prescritto per l'ex pentito Scarantino. Alla fine della requisitoria, l'accusa ha chiesto la conferma delle pene di primo grado per tutti gli imputati. E nelle prossime ore è attesa la sentenza di appello. I giudici sono entrati in camera di consiglio ed entro oggi sarà emesso il verdetto di secondo grado.
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