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Palermo, 18 dic. (AdnKronos) - "Faccio appello al ministro dell'interno Salvini e al sottosegretario Luigi Gaetti affinché rivedano la decisione della revoca della scorta al testimone di giustizia Vincenzo Conticello". E' quanto chiede Ignazio Cutrò, presidente dell'Associazione Nazionale testimoni di Giustizia. "La fine della mafia lungi dall'essere una realtà concreta resta un auspicio o tuttalpiù una speranza ma che, allo stato attuale, non c'è nulla di concreto, nessun segnale di cedimento strutturali tali da lasciar pensare che siamo liberi dalle mafie - dice Cutrò- Si dice che nel coraggio risiede la grandezza dell'uomo così come nelle scelte politiche alla base della revoca delle misure di protezione e delle scorte di onesti imprenditori come Conticello risiedono tutte le ragioni per cui le mafie da duecento anni ha tenuto e tuttora tiene sotto scacco intere generazioni di italiani onesti". "Le mafie - dichiara Cutrò - sono ancora potenti perché lo Stato si mostra debole e del tutto o quasi incapace di proteggere i suoi figli migliori per ragioni di bilancio. Resta tutta l'amarezza di essere stati spremuti come limoni e poi scartati una volta che abbiamo testimoniato in tribunale, traditi nella speranza che non saremmo mai stati lasciati soli, abbandonati a noi stessi e inesorabilmente soli, troppo soli per sopravvivere alle mafie come già accaduto in passato ad altri testimoni di giustizia. Il nostro pensiero va a Rita Atria, Lea Garofalo, Maria Grazia Cacciola, Domenico Noviello. L'invito di Conticello a raccoglierci tutti insieme nel luogo simbolo della sua ribellione alla mafia a festeggiare la fine, secondo la versione dello Stato, della mafia ha il sapore della trasfigurazione dell'allegoria della giustizia (celebre quadro del Vasari) dove lo struzzo non simboleggia la pazienza della giustizia bensì lo Stato che mette la testa sotto la sabbia per non vedere le macerie delle sue decisioni. Pensavamo, conclude Cutrò, di trovarci di fronte al governo del cambiamento mentre in realtà abbiamo a che fare con un Governo che ha cambiato idea sui testimoni di giustizia". E conclude: "Noi possiamo fare la differenza: incontriamoci il giorno 27 dicembre alla Focaccieria San Francesco per ridere di mafia e per non morir dal ridere quando lo Stato, prendendoci per il naso, ci racconta la favola, surreale, di una mafia definitivamente sconfitta. La revoca della scorta a Vincenzo Conticello non può che essere letta dai mafiosi ma anche dagli onesti cittadini come una resa dello Stato".





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