(AdnKronos) - Un colpo di scena arrivato a metà udienza del processo sul depistaggio sulla strage Borsellino, quando l'ex pentito di mafia Vincenzo Scarantino ha ritrattato, a sorpresa, le accuse che aveva lanciato in passato ai magistrati che indagavano sulla strage di via D'Amelio. Scarantino aveva accusato i giudici, che all'epoca prestavano servizio a Caltanissetta, di aver accusato dei mafiosi imputati perché ''sollecitato'' dai pm Antonino Di Matteo, Annamaria Palma e Carmelo Petralia ma anche Giovanni Tinebra. Poi, negli anni, la retromarcia. L'ennesima. "I poliziotti mi hanno fatto credere che i magistrati sapevano ogni cosa", disse in aula a fine maggio. "Io mi trovavo nel deserto dei tartari - raccontava - La Polizia mi aveva convinto che poliziotti del gruppo 'Falcone e Borsellino' e i magistrati fossero la stessa cosa ecco perché sono arrivato ad accusare i magistrati. Io ero un ragazzo rovinato dalla giustizia, non ero un collaboratore di giustizia. I magistrati mi contestavano le cose tre o quattro volte, quando non capivo niente, io uscivo e poi trovavo la risposta che dovevo dare ai magistrati. Se io ho coinvolto i magistrati è perché i poliziotti mi hanno fatto credere che fossero un'unica cosa".
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