Roma, 19 mag. (AdnKronos) (di Ileana Sciarra) - "La tua vita corre su un binario parallelo, come sospesa. E ti senti uno zombie, sei uno zombie". Uno zombie al quale è stato sottratto un figlio di appena 4 anni, in quattro anni -ovvero dai 4 agli 8 anni del piccolo- visto solo una manciata di ore. Con la beffa di vivere ad appena un chilometro di distanza in una città immensa come Roma: pochi passi per potersi vedere, una frattura incolmabile tra mamma e papà che rende quel km un muro invalicabile. Lo 'zombie' di questa storia si chiama Luca Costa Sanseverino di Bisignano, oggi 49enne: è il papà che non si è mai arreso e per far valere i propri diritti di padre è dovuto ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. E l'ha avuta vinta: l'Italia è stata condannata per negligenza. O meglio, è l’Italia che, pur di evitare una condanna pesantissima, ha riconosciuto la propria colpa pagando una multa di 15mila euro e ammesso i ritardi nell’esecuzione dei provvedimenti che garantiscono il diritto di visita di un genitore. E ciò nonostante, il nostro Paese ora rischia un nuovo ricorso a Strasburgo per non aver dato seguito alla sentenza (n. 58330/06). La Corte europea dei diritti dell'uomo, nel giugno scorso, ha fotografato una storia in cui non mancano sciatteria e incuria, come i mesi persi per un fax mai arrivato a destinazione per via di un numero sbagliato. La storia di Luca e di suo figlio -oggi 12enne- è uguale a tante altre storie, con un affido condiviso che si incaglia su uno scoglio fatto di rancori e incomprensioni tra i genitori del piccolo. Finché il padre viene tenuto ai margini, le possibilità di vedere il figlio ridotte al lumicino nonostante il giudice abbia deciso per l'affido congiunto.
aiTV
Annalisa-Rettore duetto a sorpresa: "Lamette" show sul palco del concerto
25 aprile, a Napoli la lettura del monologo di Scurati
in evidenza
Guarda il video
Affari in rete
in vetrina
Belen paparazzata col nuovo fidanzato. Ecco chi è l'amore misterioso
Guarda gli altri Scatti