(AdnKronos) - A livello legale la questione è un po' complessa: teoricamente la rivendita di biglietti precedentemente acquistati nei canali ufficiali non costituisce illecito, tanto che una sentenza della Corte di Cassazione, la 20.227 del 13 giugno 2006, stabilisce che qualora i biglietti acquistati non abbiano provenienza illecita non si può configurare tale ipotesi di reato. La differenza è data dal soggetto che rivende: un singolo utente che acquista qualche biglietto in più e poi lo rivende per recuperare il costo sostenuto non commette reato; le società che impiegano questo sistema, tramite appositi software che polverizzano le vendite in un tempo brevissimo per poi rivendere gli stessi a prezzi esorbitanti, rischiano di alterare il mercato a danno degli consumatori finali. Ed è proprio questo aspetto che l'Antitrust ha sanzionato ai colossi del ticketing. In futuro qualcosa, però, potrebbe cambiare visto che lo scorso dicembre il Senato ha dato l'ok all'emendamento presentato dal governo alla legge di bilancio che stabilisce il divieto di rivendita da parte di soggetti terzi rispetto alle biglietterie autorizzate e introduce multe da 30mila a 180mila euro per ciascuna violazione accertata, oltre alla rimozione dei contenuti e l'oscuramento del sito web. Nel frattempo, però, il secondary ticketing continua a colpire. (segue)Sull'onda del progetto del rocker di Zocca, lo scorso gennaio, al teatro Franco Parenti di Milano, Claudio Trotta, promoter italiano di Bruce Springsteen, aveva ironicamente concluso una conferenza dedicata al fenomeno spiegando di essere certo che sarebbe stata l'ultima, dal momento che in un anno il bagarinaggio online sarebbe stato sconfitto. Peccato, però, che si stia rivelando una mission impossibile. Qualche perplessità era emersa anche durante la presentazione del nuovo sistema di acquisto dei biglietti di Vasco, tanto che gli organizzatori avevano tenuto a precisare che pur con tutte le cautele del caso, ovvero l'acquisizione del diritto d'acquisto nel rispetto dell'ordine di richiesta, i biglietti nominali, il limite a non più di 4 biglietti per transazione e a non più di 2 transazioni a testa, la richiesta di residenza, codice fiscale, numero di telefono, praticamente di tutto tranne i dati del sangue e del colesterolo, quella procedura tanto macchinosa non sarebbe stata comunque in grado di garantire la scomparsa del bagarinaggio tra privati. Di certo c'era che non sarebbe più stata la società incaricata di vendere i biglietti a toglierli dal mercato per rimetterli in vendita a prezzi stellari. Tuttavia, quello che forse gli organizzatori non avevano calcolato era la portata di ciò che in realtà sta succedendo in queste ore tra chi è riuscito a comprare i biglietti e chi è arrivato troppo tardi e cerca un'ultima occasione. E' impossibile dire se finora qualcuno sia riuscito a concludere un affare, anche se nel caso di un'asta per 2 biglietti Pit1 con base di 401 euro le offerte pervenute sono già 72. In molti casi, però, gli annunci pubblicati su Facebook hanno un lungo seguito di post di protesta, insulti e minacce di denuncia reciproche tra venditori e compratori.
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