(AdnKronos) - Tra i fattori di rischio e di incertezze l’Ocse mette l’accento anche sulle difficoltà geopolitiche e politiche in Medio Oriente e in Venezuela che hanno aumentato la volatilità dell’andamento del prezzo del petrolio. In Europa, poi, rileva l’organizzazione internazionale “le negoziazioni in vista del Brexit suscitano delle preoccupazioni” mentre “in alcuni paesi dell’area dell’euro l’esposizione delle banche al debito sovranno potrebbe pesare sulla crescita del credito” il che potrebbe rallentare i consumi, gli investimenti, la crescita e l’occupazione.In questo contesto l’Ocse invita “i responsibili politica a ristabilire la fiducia nelle istituzioni internazionali e nel dialogo tra tutti i paesi in particolare per trovare una soluzione condivisa alle discussioni sugli scambi commerciali. L’adozione di misure concrete al livello del G20 sarebbe anche un segnale positivo, dimostrando così che i paesi possono agire in modo coordinato se la crescita economica dovesse rallentare più fortemente rispetto alle previsioni”. Il pil dei paesi del G20 stima l’Ocse dovrebbe crescere del 3,8% nel 2018 (come nel 2017) per poi rallentare a +3,7% nel 2019 e nel 2019. Il pil nell’area dell’Ocse, dopo +2,5% nel 2017, dovrebbe scendere a +2,4% nel 2018, a +2,1% nel 2019 e a +1,9% nel 2019.
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