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Palermo, 25 giu. (AdnKronos) - I carabinieri della Compagnia Palermo San Lorenzo hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari, 2 in carcere e 4 agli arresti domiciliari, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo, nei confronti di 6 persone, responsabili a vario titolo tentata rapina aggravata, furto aggravato, ricettazione e resistenza a pubblico ufficiale. I provvedimenti scaturiscono dalle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dai carabinieri della Stazione San Filippo Neri. L’attività d’indagine, sviluppata dal costante monitoraggio dei reati predatori nel territorio, ha permesso di ricostruire dettagliatamente 7 furti di ciclomotori e motocicli ed una tentata rapina, commessi nel periodo tra giugno 2017 e gennaio 2018, parcheggiati all’esterno del centro commerciale Conca d’Oro.In una circostanza, i malfattori hanno rubato un’auto e due biciclette, collocate in un condominio di via dei Nebrodi. I militari della Stazione Carabinieri, sulla base di alcuni delitti commessi nell’area parcheggio antistante il centro commerciale, hanno iniziato a raccogliere ed esaminare le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza."Le dinamiche oggetto di osservazione hanno fatto emergere come le attività illecite erano il risultato di una complicità degli indagati che, con scaltrezza ed estrema disinvoltura riscontrata nelle modalità operative, mettevano a segno i colpi", dicono gli investigatori. Ad incastrare i 4 maggiorenni, i fratelli Nunzio e Francesco Paolo Giuliano, Antonino Majorana, Mirko Nappa, tutti di età compresa tra i 21 ed i 26 anni, residenti nello Zen 2 di Palermo, è stato il riconoscimento effettuato dai militari della Stazione San Filippo Neri che, visionando con attenzione le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza, hanno identificato gli autori. I furti ricostruiti dal giugno 2017 al gennaio 2018 sono 4, tutti effettuati con una modalità consolidata ed abituale nel parcheggio del centro commerciale: una volta individuato il veicolo, si avvicinavano all’obiettivo e dopo aver tranciato eventuali catene ed aver rotto il bloccasterzo con un calcio, lo trasportavano a mano o spinti dall’altro complice allontanandosi dalla zona.





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