(AdnKronos) - "Dall'Abruzzo viene un'indicazione che la strada è ancora lunga ovviamente, ma è la strada giusta", dice Zingaretti. E' anche la linea di Martina. Tace sul punto il terzo candidato alle primarie, Giachetti. Ma tra i suoi sostenitori l'umore è questo: "Penso precisamente il contrario di quanto dicono Martina e Zingaretti", dice Scalfarotto. "Abbiamo perso l'Abruzzo e il Pd non esce dalla sua crisi cercando alleanze con pezzi di ceto politico fuori di sé ma lo fa solo se rafforza la propria proposta politica in modo da parlare a quanti più elettori possibile. Questa è la scommessa: rafforzare la propria vocazione maggioritaria e non chiudersi in una ridotta identitaria aggregando poi gruppi e gruppuscoli soltanto in un'ottica di contrapposizione a qualcosa o a qualcuno". "Ci abbiamo già provato in passato e, anche quando è andata bene come nel 2006, ci siamo dovuti arrendere al fatto che l'aritmetica può servire a vincere - quando va molto bene - ma certamente non serve a governare". Ma Zingaretti si muove su un'altro orizzonte e il suo appello all'unità del centrosinistra alle regionali in Basilicata trova sponde. Dice Speranza da Mdp: "Mi sembrano affermazioni di buon senso che spero non cadano nel vuoto". Sulla stessa lunghezza d'onda Laura Boldrini. Col voto in Abruzzo "il centrosinistra riprende quota grazie alla candidatura autorevole di Legnini e a una coalizione larga, unita e civica. Questa la strada da seguire per riaffermare i valori progressisti in Italia e in Europa", avverte l'ex presidente della Camera.
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