Roma, 12 ott. (AdnKronos) - Viene data per imminente l'ufficializzazione di Marco Minniti alla corsa per la segreteria Pd. "Potrebbe rispondere con una lettera aperta all'appello dei sindaci", si spiega. Ma al di là dei tempi e dei modi, la candidatura dell'ex-ministro dell'Interno viene data per cosa fatta. "Ha deciso", riferisce chi ci ha parlato. E l'area renziana del Pd tira un respiro di sollievo. "E' la mossa del cavallo -si osserva- Renzi non aveva un candidato suo dopo il no di Delrio. Ora, con Minniti, è in campo una candidatura forte che può vincere". Una candidatura, viene sottolineato, che gode del sostegno dell'area ma che non è 'di Renzi'. "Marco per storia personale e politica è un'altra cosa rispetto a Matteo, ha un profilo autonomo". Intanto, la provenienza ex-Ds. Per dirne una. Ma anche gli alti e bassi intercorsi tra i due. Minniti fu l'unico della maggioranza, viene ricordato, a non votare le liste per le elezioni del 4 marzo. Renzi non ricandidò due fedelissimi dell'ex-titolare del Viminale -Nicola Latorre e Andrea Manciulli- e la cosa non fu indolore. Certo, l'entusiasmo del campo renziano si scontra con il fatto che lo sfidante di Minniti, Zingaretti, è sostenuto da gran parte dei big dem: Paolo Gentiloni e Dario Franceschini, tanto per cominciare. Potrebbe arrivare anche l'appoggio di Maurizio Martina che, al momento, sembra intenzionato a non candidarsi. Ed inoltre, su Minniti, non è detto che converga tutta l'area Renzi. Delrio, ad esempio, potrebbe schierarsi con Matteo Richetti.
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