Roma, 17 apr. (AdnKronos) (di Mara Montanari) - "Il campo largo vantato da Zingaretti durante le primarie, con le nuove nomine si è trasformato in un campo molto stretto". E' stato affidato al senatore Salvatore Margiotta il compito di far sapere che, alla minoranza dem di provenienza renziana, le nomine fatte oggi da Nicola Zingaretti non sono piaciute. Andrea Orlando e Paola De Micheli saranno i vice del segretario. "Siamo passati dalla gestione unitaria alla gestione proprietaria...", si commenta tra i senatori Pd che stasera avranno proprio Zingaretti 'ospite' dell'assemblea del gruppo convocata alle 20."Quest'assemblea non cade in un momento esaltante, le nomine di Orlando-De Micheli non agevolano", si fa sapere da ambienti parlamentari di palazzo Madama. Del resto, la possibilità di una gestione unitaria era già saltata nelle scorse settimane quando le varie componenti dem non erano riuscite a chiudere un accordo per la gestione collegiale del partito. Piuttosto, c'è stupore per la tempistica. "Non ci aspettavamo che queste nomine venissero fatte oggi. Pensavamo che Zingaretti le facesse a ridosso delle europee. Evidentemente è sicuro di un buon risultato, migliore di quello dei sondaggi...". Insomma, con una gestione tutta 'zingarettiana' se le cose dovessero non andare bene, la minoranza sarebbe pronta a chiedere il conto, a fare le sue valutazioni. "L'asticella è se il Pd supera o non supera i 5 Stelle. Sarà quella la cartina tornasole".
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