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4 marzo 2019 - 01:00

Pd: parte l'era Zingaretti 'leader e non capo', nuovo partito e alleanze/Adnkronos

Roma, 4 mar. (AdnKronos) (di Mara Montanari) - Affluenza che potrebbe superare quella del 2017, le ultime primarie con Matteo Renzi. Una percentuale che viaggia tra il 65 e il 70%. Parte con numeri 'renziani' l'era del Pd di Nicola Zingaretti. Arriva in maniche di camicia al comitato al Circo Massimo, ai piedi delle rovine romane del Palatino. C'è una folla ad attenderlo, ci sono i big, Dario Franceschini tra tutti. "Nicola, Nicola", ritmano i suoi. "Ha vinto l'Italia", dice lui tra l'assedio delle telecamere. Prime parole che danno subito il senso che qualcosa è cambiato. Poi in sala, dal palco del comitato, lo chiarirà meglio: "Non sarò mai un capo, ma il leader di una comunità". Il renzismo si chiude qua, insomma. E il Pd che Zingaretti vuole mettere in piedi - "ci metterò tutto me stesso, ve lo giuro" - è un "nuovo partito" baricentro di "nuove alleanze" con "le porte spalancate" ai "molti che oggi sono tornati", "ai delusi" ", a quelli che il 4 marzo non ci avevano votato" e che "oggi erano in coda ai gazebo. Molti sono tornati e molti torneranno". Una sfida non da poco. Che dovrà misurarsi subito, tra poco più di due mesi, alle europee del 26 maggio. "Nicola è uno che vince, vince sempre", ripetono come un mantra i suoi. Ma la partita è tutta in salita e come il Pd si presenterà alle europee, con quali alleati e candidati sarà da domani mattina il primo impegno del nuovo segretario. Intanto, ci sarà un primo atto del nuovo leader dem, "una sorpresa", domani a Roma. Mentre al Nazareno, a quanto viene riferito, il neosegretario non si farà vedere subito. Del resto la proclamazione ci sarà tra due settimana, all'assemblea del 17 marzo, ma alla segreteria Zingaretti lavorerà da subito. Ci sarà una gestione unitaria? gli viene chiesto: "Io credo in un partito plurale", la risposta del governatore.