Roma, 25 ott. (Labitalia) - “E’ una sentenza che ci lascia l’amaro in bocca e le cui motivazioni andranno lette con attenzione per capire se ci sono gli auspicati richiami all’esecutivo affinché si ponga finalmente fine alla sconcia pratica di usare i pensionati come dei ‘bancomat’ cui ricorrere quando si aprono falle nei conti pubblici". E' il commento di Giorgio Ambrogioni, presidente di Cida, la Confederazione dei dirigenti e alte professionalità pubbliche e private, che ha assistito i propri associati nei ricorsi conto il cosiddetto decreto Poletti sulla parziale perequazione delle pensioni, successivamente alla sentenza della Consulta che aveva bocciato la norma Fornero 2012-2013. "E’ una pagina buia -spiega- per i diritti dei pensionati e per l’intera politica previdenziale del Paese, perché rischia di creare un precedente pericoloso per chi è in pensione: ogni qual volta emergeranno esigenze di cassa, al governo di turno verrà la tentazione di ricorrere al prelievo sui redditi dei pensionati. Una manovra che troppo volte abbiamo visto effettuare e nei confronti della quale ci auguravamo che la Consulta, dopo la precedente sentenza sulla legge Monti-Fornero, ponesse finalmente fine". "Non vorremmo che -avverte- dopo una forte pressione mediatica sulle ipotizzate conseguenze che l’accoglimento dei ricorsi avrebbero prodotto, si sia preferito scegliere la via che la ‘ragion di Stato’ giudicava più opportuna". "Comunque -sottolinea Ambrogioni- noi continueremo in tutte le sedi a difendere i diritti dei pensionati e ad opporci ad ogni tentativo di cambiare le carte in tavola, cioè la legislazione in vigore, ai loro danni. Confidiamo che la politica, i partiti, il governo si facciano carico di questo problema e adottino misure di tutela dei diritti dei pensionati e non di ulteriori norme vessatorie"."Su questo tema -avverte- apriremo un confronto molto serio e fermo con i Partiti nell’ambito della prossima campagna elettorale, chiedendo risposte ed impegni precisi". “I problemi del lavoro -ricorda- dei giovani, si affrontano e si risolvono con interventi mirati alla crescita economica, allo sviluppo produttivo, al recupero della produttività. Mai con provvedimenti che mettono in conflitto le generazioni".
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