(AdnKronos) - Per Salvini, però, quel contratto dice altro. Inoltre, insiste il ministro dell'Interno, non va sottovalutato il rischio di infiltrazioni camorriste. "Con i 'no' non si va da nessuna parte - afferma rispolverando un'accusa mossa spesso e volentieri ai 5 Stelle - questo vale soprattutto per gli enti locali: vale per i sindaci e la Regione che hanno detto no, no e no, e i rifiuti cosa facciamo? Li facciamo gestire dalla camorra? Non penso". Nessuna telefonata chiarificatrice tra i due, almeno all'apparenza. Solo un botta e risposta piccato che segna un crescendo di tensione. "La camorra ha investito sul business degli inceneritori. Questo è il passato che non vogliamo più - risponde infatti a stretto giro di posta Di Maio - Il futuro che vogliamo in tutta Europa è senza inceneritori e senza camorra". Sulla vicenda si leva anche la voce di Roberto Fico, a conferma che il tema rifiuti rischia di essere un nervo scoperto per il Movimento. Il presidente della Camera va già duro. "Già' la parola 'inceneritore' non dovrebbe essere più utilizzata. Rappresenta una tecnologia osboleta e dannosa, protagonista in un passato che va superato. Parlare addirittura di cinque inceneritori in Campania, uno per provincia, significa essere nostalgici dei fallimenti del passato. Ma significa anche non conoscere un territorio, la sua storia, le sue sofferenze e le battaglie portate avanti per preservare ambiente e salute delle persone", scrive su Facebook quasi a voler rimarcare la differenza di vedute e tradizione culturale con la Lega.
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