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(AdnKronos) - "Ringrazio i sanitari per il loro aiuto e le tante solidarietà ricevute dalle istituzioni, a partire dal sindaco di San Cipirello, Vincenzo Geluso - dice -. Ma vorrei ringraziare soprattutto il lavoro certosino dei carabinieri di San Cipirello, che prontamente hanno svolto le indagini e individuato subito l'aggressore, nonostante avesse fornito le generalità (perfettamente coincidenti) di un altra persona e le immagini delle telecamere di videosorveglianza non fossero chiare". "Il racconto della collega Rosselli apre un tema importante - dice presidente dell'Ordine dei medici, Toti Amato - suffragato anche da un'indagine conoscitiva condotta dall'Associazione nazionale Hospital&Clinical Risk Managers in occasione del sit-in di tutti i medici siciliani organizzato lo scorso 21 aprile in piazza Castelnuovo a Palermo per dire stop alla violenza contro il personale medico e sanitario"."La ricerca - spiega il presidente dell'Ordine -, che ha coinvolto un folto numero di professionisti della sanità, tra medici e infermieri, ha confermato quanto importante sia l'esperienza di un medico o di un operatore sanitario per potere riconoscere subito eventuali rischi e prevenirli. Il dato significativo è che ha subito più aggressioni il professionista più giovane, con meno esperienza e meno anni di attività. Ma ciò che allarma di più - continua Amato - è che la maggior parte di loro non sa neanche dell'esistenza delle procedure aziendali messe a punto proprio per aiutare a prevenire e gestire gli episodi di violenza e solo pochissimi hanno partecipato a corsi di formazione specifica. Ogni azienda sanitaria dovrebbe potenziare la propria struttura di risk management - conclude -, sarebbe un primo passo per limitare i danni in situazioni di pericolo, come ha fatto la dottoressa Rosselli, che solo grazie alla sua personale esperienza ha saputo valutare velocemente la situazione, scegliendo poi la migliore tecnica di gestione".





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