Palermo, 20 set. (AdnKronos) - "Una giusta e corretta provocazione". Toti Amato, presidente dell'Ordine dei medici di Palermo, definisce così la proposta della ministra della Salute, Giulia Grillo, dell'interdizione dei luoghi di cura a chi si è reso responsabile di aggressioni ai danni di personale sanitario. Il numero uno dell'Omceo del capoluogo siciliano era stato il primo nei mesi scorsi a evocare il Daspo per gli autori di violenze ai danni di camici bianchi. Dopo l'escalation di aggressioni nei nosocomi cittadini i medici erano scesi in piazza lo scorso aprile a Palermo per accendere i riflettori su quella che avevano definito "una vera e propria emergenza nazionale". "Lo proposi come provocazione per chiedere attenzione", dice oggi all'Adnkronos Amato, per il quale è "certamente da valutare positivamente l'attezione del ministro su questo tema"."Ben venga una presa di posizione forte - avverte -. Tuttavia ho qualche dubbio sull'attuabilità del provvedimento perché un medico non può rifiutare assistenza a chi sta male". L'ultima aggressione a Palermo risale a qualche giorno fa: un paziente ha sferrato un pugno a un primario al Policlinico e gli ha rotto il timpano. Ma le violenze in corsia a danni di medici, infermieri e semplici custodi si susseguono. "Il problema - spiega Amato - è riuscire a dare risposte il più rapide e il più precise possibile in luoghi che siano adatti e idonei". Per il presidente dell'Omceo allora è necessaria una "rivisitazione dei luoghi e dei tempi". "Molti medici lavorano in condizioni di forte stress, in una sorta di catena di montaggio senza il rispetto degli orari di lavoro e con turni massacrati. Su questo l'Italia è già stata sanzionata dalla Comunità europea".
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