Milano, 21 mar. (AdnKronos) - La sentenza del Tribunale dell'Unione europea su Tercas apre la strada alle richieste di risarcimento nei confronti della Commissione europea. E se al momento è ancora prematuro stabilire chi potrebbe accedere alle compensazioni, gli occhi dei legali sono puntati sulle mosse che il governo italiano deciderà di intraprendere. Nel caso di Tercas, spiega Mauro Umberto Morini, avvocato ed esperto di diritto bancario, contattato dall'Adnkronos, "in linea di principio abbiamo una prova seria e concreta di un danno diretto a spese di correntisti e obbligazionisti della banca, che hanno subito un danno per un nesso causale: l'impostazione della Commissione europea era sbagliata e diversi soggetti hanno subito un danno diretto da un suo comportamento". Ma la questione dei risarcimenti, continua, "è estremamente prematura. Bisogna vedere la sentenza, le motivazioni e soprattutto cosa farà il governo". Ora "serve la massima prudenza per non creare spunti di illusione" nei risparmiatori colpiti. Anche perché se per Tercas è immaginabile un nesso causale dalle decisioni della Commissione Ue, lo stesso nesso è più labile nelle altre banche salvate e nelle ripercussioni subite da tutti gli istituti di credito quotati a Piazza Affari. "La questione è delicatissima e molto complicata", sottolinea Morini. "Per prima cosa bisogna vedere cosa farà l'Italia e come si muoverà". Anche perché la questione dei risarcimenti potrebbe "diventare un elemento all'interno di una contrattazione più ampia e potrebbe finire incastrata nell'ipotesi di fusione fra Deutsche Bank e Commerzbank".
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