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Roma, 2 mag. (Adnkronos) - Dopo l'adesione di Altroconsumo alla campagna dell'Organizzazione europea dei consumatori (Beuc) e le segnalazioni inviate assieme ad altre 22 organizzazioni Ue, le autorità hanno avviato un procedimento nei confronti di 20 compagnie aeree per greenwashing, pratica messa in atto per dare una falsa impressione degli impatti ambientali o dei benefici di un prodotto, che può trarre in inganno i consumatori. Lo comunica Altroconsumo in una nota. Queste compagnie – fanno sapere dall’organizzazione a tutela dei consumatori - tendono a vendere biglietti con sovrapprezzo per finanziare l’uso di carburanti sostenibili, viaggi a CO2 compensata e voli a "emissioni nette zero" con l'escamotage di finanziare la riforestazione. Ma dietro la strategia di comunicazione che, sempre più spesso, contribuisce a far passare le compagnie aeree come società attente all'ambiente, si nasconde una realtà fumosa e ingannevole. Le informazioni sui siti sono, infatti, fuorvianti – denuncia Altroconsumo - e prive di fondamenti scientifici.Basta qualche slogan studiato ad hoc – dettaglia la nota - per far pace con la propria coscienza e, mentre si continua a inquinare, accreditarsi come realtà attente all'ambiente e al futuro del Pianeta. Così, sempre più spesso, sui siti delle compagnie aeree compaiono claim come "compensa le emissioni di CO2 del tuo volo" oppure descrizioni in cui il vettore di turno si vanta di avere una "flotta aerea green". Comunicazioni di questo tipo hanno una certa presa sui consumatori, sempre più attenti all'impatto ambientale delle scelte d'acquisto e in balia dei costi extra dei voli, e sono in grado di influenzare il loro processo decisionale.Chiedere un contributo ai consumatori per sostenere la causa della lotta alla crisi climatica è una pratica ormai consolidata – riporta la nota - messa in atto da diverse compagnie, ma è anche un modo per riversare la responsabilità dell'impatto ambientale sul singolo consumatore, così che i vettori riescano a ribaltare a proprio favore una situazione di scomodo, deresponsabilizzandosi. Ma dietro la crescita di messaggi di questo tipo c'è la mancanza di una strategia comune tra i Governi dopo l'accordo di Parigi. Proprio questa lacuna ha fatto sì che i vettori investissero in progetti per controbilanciare le emissioni dovute ai propri voli e che utilizzassero la compensazione e le "emissioni nette zero" per mitigare l'impatto sull'ambiente.Le compensazioni ambientali, secondo Altroconsumo, vengono utilizzate dalle compagnie come scusa per rimandare il problema ed evitare di ridurre effettivamente le emissioni: in questo modo si giustifica la possibilità di continuare a inquinare, con la scusante che si stanno compensando le emissioni. Ma il dato di fatto è che, attraverso queste iniziative, le compagnie non riescono a mitigare il danno provocato sull'ambiente dai viaggi aerei. Per parlare di una reale compensazione ambientale, queste iniziative dovrebbero rispettare alcuni criteri specifici, per esempio essere permanenti. Anche l'escamotage dell'utilizzo di carburanti sostenibili non è indice di una reale attivazione per la decarbonizzazione del settore dell'aviazione, perché i carburanti sostenibili per l'aviazione (Saf) non saranno ancora disponibili su vasta scala almeno prima della fine del prossimo decennio.Secondo un regolamento Ue dello scorso aprile, infatti, le quote di Saf messe a disposizione negli aeroporti degli Stati Ue dovrà essere del 2% nel 2025 e dovrà aumentare progressivamente, fino a raggiungere quota del 20% nel 2035 e fino a superare il 50% tra il 2045 e il 2050. Questo conferma che chiedere un contributo ai consumatori per supportare i carburanti "green" in questa fase è del tutto ingannevole. In questo contesto – conclude la nota - si inserisce l’impegno di Altroconsumo per sensibilizzare e costruire insieme ai consumatori una nuova cultura del consumo sostenibile, dove ogni scelta individuale possa contribuire al benessere collettivo tramite il progetto Impegnati a cambiare.





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