Palermo, 22 mag. (AdnKronos) - "Noi siamo indietro di 200 anni rispetto ad altre parti d'Europa perché qui la coscienza del collettivo ancora non c'è. La gente guarda a questi politici o politicanti e quando il messaggio che viene da loro è 'Dobbiamo continuare a convivere con una mafia aleggiante' allora significa che è inutile chiedere alle vittime di denunciare il pizzo". A dirlo è stato Alfredo Morvillo, cognato di Giovanni Falcone, procuratore di Termini Imerese e presto alla guida della Procura di Trapani, durante un'iniziativa a Capaci (Palermo), organizzata dalla Parrocchia e di cui Addiopizzo era partner, alla presenza del regista e attore Pif, del giornalista Lirio Abbate e di Daniele Marannano, presidente dell'associazione antiracket. Per il fratello di Francesca Morvillo, uccisa insieme al giudice antimafia e ai ragazzi della scorta nella strage di Capaci 25 anni fa, solo "se il messaggio (inviato dalla politica, ndr) fosse forte, ossia a certe situazioni nel 2017, quando continuiamo a commemorare la gente che è morta, diciamo 'no grazie' daremmo un senso a queste commemorazioni che altrimenti diventano inutili". A chi gli chiede se il riferimento è all'ex governatore della Sicilia, Totò Cuffaro, big sponsor del candidato a sindaco di Palermo, Fabrizio Ferrandelli, risponde: "Non faccio riferimento a casi specifici, il mio è un discorso generale".
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