(AdnKronos) - L'importante, piuttosto, è che ora Versace mantenga la "sua base" in Italia. In generale, le aziende familiari in Italia godono di buona salute. Nella moda, ad esempio, secondo le ricerche dell'Osservatorio Aub dell'Università Bocconi, le aziende familiari hanno una lunga tradizione alle spalle e in almeno il 10 per cento dei casi hanno una storia ultra cinquantennale. La leadership familiare appare premiante in gran parte delle aziende della moda, e solo tre su dieci affidano le redini del gruppo a una leadership esterna. Nel caso di Versace, la managerialità extra-familiare (l'ad è Jonathan Akeroyd) convive, dal 2016, con un cda dove gli azionisti fondatori, i fratelli di Gianni, Santo e Donatella con la figlia Allegra, sono molto forti. Di solito, i problemi arrivano nelle aziende familiari di terza generazione. "In questo caso, facciamo più fatica a governare la proprietà. In Italia, a differenza della Germania, non c'è una distinzione chiara tra la proprietà e chi gestisce l'azienda". E la situazione peggiora se dai fratelli si passa a prendere decisioni tra cugini. Una soluzione, però esiste: "Gli amministratori esterni sono utili. Abbiamo visto - precisa Corbetta - che se la governance aziendale prevede nel cda membri non familiari, questo riduce il rischio della deriva negativa da terza generazione e arriva a definire regole più chiare nel rapporto tra parenti".
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