25 Aprile, no all'utilizzo come una clava per colpire gli avversari politici
Sì al ricordo della Liberazione del Paese dai nazifascisti come una pagina di dignità e fierezza, no al 25 Aprile, che torni a dividere gli italiani
Non fu un leghista, o un ex missino, ma Luciano Violante, già parlamentare del PCI, eletto nel 1996 Presidente della Camera, a invitare gli antifascisti a non utilizzare il 25 aprile come una ricorrenza contro gli avversari politici. Disse Violante : “Senza indulgere a un revisionismo falsificante, bisogna cercare di conoscere le ragioni, per le quali molte migliaia di ragazzi, e soprattutto di ragazze, quando ormai tutto era perduto, passarono alla Repubblica di Salò piuttosto che dalla parte della libertà e della democrazia. Del resto, nella storia d’Italia, più volte frammenti delle giovani generazioni hanno scelto la strada della violenza”.
E, qualche anno dopo, fu un giornalista e storico di sinistra, Giampaolo Pansa, valoroso partigiano nel suo Piemonte, a distinguere tra i settori, minoritari, della Resistenza al fascismo : cattolici, monarchici, liberali, che combatterono per la patria e la libertà, come il colonnello Cordero di Montezemolo ed Edgardo Sogno. E lo schieramento maggioritario, formato da comunisti, socialisti, radicali azionisti, radicali, che perseguivano l'avvento di un'altra dittatura, affiliata all' URSS dello spietato Stalin.
E Pansa vergò pagine drammatiche per narrare le esecuzioni di migliaia di fascisti e di presunti "traditori", dopo la fine della guerra, all'epoca sepolte negli archivi e nei ricordi dei familiari delle vittime. Dunque, si' al ricordo della Liberazione del Paese dai nazifascisti come una pagina di dignità e fierezza. No al 25 aprile, che torni a dividere gli italiani e venga utilizzato come una clava per colpire gli avversari politici : ieri Berlusconi, oggi Salvini.
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